Non è servito a nulla l'accordo trovato tra il vicepresidente americano, Mike Pence, e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, per un cessate il fuoco della durata di 5 giorni. Nel nord della Siria la guerra continua incessante.
L'accordo tra USA e Turchia
Ieri 18 Ottobre, ad Ankara (capitale della Turchia), si era trovato un accordo tra il vicepresidente americano Mike Pence e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per un cessate il fuoco della durata di 5 giorni, in modo da dare la possibilità alle forze curde di ritirarsi dalla "zona di sicurezza turca", posta a 30 km a nord-est nel territorio siriano.
La tregua sarebbe dovuta essere il preambolo per una futura conclusione definitiva dell'operazione militare che ha già causato centinaia di morti e più di 300 mila sfollati.
Cosa avrebbe ottenuto la Turchia in cambio
In cambio dell'accordo per il cessate il fuoco la Turchia avrebbe ottenuto quello a cui ambiva dall'inizio dell'offensiva, cioè la "safe zone" tanto voluta da Erdogan all'interno del territorio siriano libera dai militari delle Forze Democratiche Siriane (Fds). Oltre a questo, una volta che le armi fossero state deposte completamente, sarebbero state ritirate anche tutte le sanzioni imposte alla Turchia, cosa estremamente allettante per un paese che sta vivendo la peggior crisi economica della sua storia.
La presa di posizione curda
Poche ore dopo la conclusione delle trattative tra Turchia e Stati Uniti è arrivata la comunicazione di Aldar Xelil, politico ed ex portavoce dell'amministrazione curda, il quale ha confermato come i curdi fossero disposti a rispettare il cessate il fuoco: "Le forze curde sono pronte a rispettare il cessate il fuoco con la Turchia in Siria".
L'attacco turco
Incuranti dell'accordo trovato poche ore prima l'esercito turco ha però continuato ad attaccare nella città di Ras al-Ain, che solo pochi giorni fa è stata teatro di un attacco a danno di civili e giornalisti stranieri da parte delle forze turche. A dare aggiornamenti è Mustafa Bali, responsabile della comunicazione delle Forze democratiche siriane a guida curda, che con un tweet spiega come i turchi non stiano rispettando l'accordo.
Despite the agreement to halt the fighting, air and artillery attacks continue to target the positions of fighters, civilian settlements and the hospital in Serêkaniyê/Ras al-Ayn. Turkey is violating the ceasefire agreement by continuing to attack the town since last night.
— Mustafa Bali (@mustefabali) 18 ottobre 2019
La denuncia di Amnesty International
Oltre ad aver infranto l'accordo per il cessate il fuoco, alla Turchia arrivano anche le denunce di Amnesty International, che accusa l'esercito turco di aver perpetuato "crimini di guerra" durante l'operazione militare in Siria. La denuncia è elaborata sulla base dei racconti di diversi testimoni diretti, il tutto supportato da prove video. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime civili dall'inizio dell'offensiva sono almeno 72.