Continua l'avanzata turca in Siria, durante la conquista da parte dell'esercito di Ankara delle città di Tal Abyad e di Ras al-Ain un raid aereo ha colpito un convoglio su cui viaggiavano diversi civili e giornalisti stranieri. Secondo l'Osservatorio Siriano per i diritti umani i morti sarebbero almeno 14. L'agenzia di stampa curda Hawar ha dichiarato che uno dei suoi reporter è rimasto ucciso nel raid aereo, mentre la giornalista francese Stephanie Perez, presente sul convoglio, ha pubblicato un tweet informando che lei e la sua squadra sono usciti illesi dall'attacco: "Eravamo sul convoglio di civili Curdi colpito dalle forze turche e dai loro alleati a Ras al Ain.

La nostra squadra sta bene, ma alcuni colleghi sono morti."

Il video dell'attentato

Da alcune ore circola sul web un video registrato sul luogo del disastro, il quale mostra come una strada che sembra essere solitamente tranquilla sia stata devastata dalla violenza del raid. A causa dei contenuti violenti non possiamo inserirlo nell'articolo

Quando sono iniziati i raid turchi

Il raid ha avuto luogo solo un giorno dopo l'uccisione di nove civili da parte delle forze turche, inclusa una politica, Hevrin Khalaf.

I bombardamenti sono iniziati quando il contingente americano in supporto alle Forze Democratiche Siriane (SDF) guidate dai Curdi si è ritirato da parte del confine turco-siriano la scorsa settimana. La SDF ha definito questa ritirata da parte dei militari statunitensi una "pugnalata alle spalle". Da diverso tempo infatti le due fazioni sono alleate nella battaglia agli estremisti islamici dell'ISIS.

Perché Trump ha richiamato le truppe americane presenti in Siria

Domenica, il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Mark Esper, ha annunciato che circa 1000 militari statunitensi sarebbero stati ritirati dal nord della Siria, dopo essere stati informati che i turchi intendevano estendere la loro incursione più a sud e ovest di quanto non avessero programmato inizialmente.

L'obiettivo dell'estensione dell'attacco turco è quello di far uscire allo scoperto le forze curde, respingendole fino a 30 chilometri all'interno del territorio siriano. Viste le prevedibili polemiche a seguito del ritiro statunitense, il segretario della Difesa ha annunciato: "I Curdi sono stati buoni alleati, ma noi non abbiamo firmato per combattere i Turchi al loro fianco." Alle successive domande riguardanti la capacità degli Stati Uniti di fermare le forze turche ancora prima che iniziassero l'offensiva, ha risposto affermando che il presidente Recep Erdogan aveva reso ben chiara la sua intenzione di lanciare l'incursione "indipendentemente da cosa avrebbero fatto gli Stati Uniti".

La fuga dei civili

Mentre le varie fazioni studiano tattiche per porre fine al conflitto, le Nazioni Unite annunciano che più di 130.000 persone hanno abbandonato le loro case per fuggire dalle zone di guerra, avvertendo che il numero potrebbe triplicarsi nel prossimo futuro. Non sono però solo i civili a fuggire, infatti ad oggi sono almeno 950 gli affiliati dell'ISIS evasi da un campo di detenzione a seguito degli scontri tra gli invasori turchi e le forze di resistenza curde.