Un colpo degno di Arsenio Lupin è avvenuto al museo di San Mamiliano di Sovana (frazione del comune di Sorano, in provincia di Grosseto). Infatti nei giorni scorsi sono state rubate una cinquantina di preziose monete d'oro risalenti al V secolo d.C.
Il furto, però, è stato scoperto solamente stamani (in occasione della riapertura settimanale). I carabinieri della città toscana sono al lavoro per assicurare alla giustizia i "ladri numismatici".
Rubate le monete del tesoro di San Mamiliano
Amara sorpresa, stamani, al Museo di San Mamiliano di Sovana.
All'apertura dell'affascinante polo espositivo, i custodi (dipendenti di una locale cooperativa di servizi culturali) si sono resi conto che dei ladri, dopo essere entrati nell'edificio di Piazza del Pretorio 2, hanno fatto razzia nelle vetrine del celebre tesoro di San Mamilano e rubato monete d'oro antiche per un valore approssimativo di 300mila euro.
Ancora non si sa, con esattezza, quando sia stato messo a segno il colpo in quanto i malviventi sarebbero entrati nel piccolo museo tra la notte di domenica 3 novembre e ieri sera. Dopo il ponte di Ognissanti, infatti, il tesoro di San Mamilano è aperto solamente nei fine settimana.
La presidente della Rete Musei di Maremma Irene Lauretti, dopo aver presentato denuncia ai carabinieri del nucleo investigativo del Comando di Grosseto (giunti subito sul posto accompagnati dai colleghi del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale) ha dichiarato alla stampa locale : "Siamo addolorati e sconcertati per il grave furto.
Si tratta di una gravissima perdita culturale ed artistica non solo per la nostra città e per la Maremma, ma per l'intera Toscana. Mi auguro che le forze dell'ordine riescano ad individuare al più presto gli autori di quello che è stato un vero e proprio atto criminale".
Furto da professionisti
Gli investigatori sono certi che il furto sia stato commesso da ladri professionisti, che avrebbero agito seguendo un piano preciso e ben congegnato.
Dopo essere entrati, infatti, hanno disattivato il sistema d'allarme (che, ricordiamo, è collegato direttamente alla vicina caserma dei carabinieri) e sono riusciti a mettere fuori servizio il sistema interno di videosorveglianza (impossessandosi, tra l'altro, del dispositivo che contiene le registrazioni). A quel punto, hanno provato a sfondare i vetri blindati che proteggono le bacheche ma, non riuscendoci, hanno deciso di forzare le serrature ed alzare i vetri.
Il furto, hanno notato gli inquirenti, comunque, non dev'essere stato semplice: i ladri, infatti, non sono riusciti a prendere tutte le 83 monete che compongono il tesoretto di San Mamiliano e ne hanno lasciate 18 nella teca.
Il museo di San Mamiliano è considerato uno dei fiori all'occhiello dei Musei di Maremma e del Parco Archeologico "Città del Tufo". La sua apertura, comunque, è relativamente recente. La sua storia, infatti, ha inizio nel 2004,quando durante le attività di scavo condotte dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici al fine di recuperare l'antica chiesa di San Mamiliano di Sovana, sono stati riportati alla luce - oltre ad un impianto termale romano - anche uno tesoro monetale costituito da 498 solidi aurei (moneta introdotta da Costantino I) di epoca tardo antica, fatte risalire dagli storici dell'arte tra il regno di Onorio (all’inizio del V secolo) ed il successivo regno di Zenone.