L'ha uccisa a coltellate e a colpi di bastone, poi si è fatto una doccia, è andato a fare giri di routine, ha tenuto fede agli appuntamenti di lavoro già presi, quindi, dopo pranzo, è andato dal barbiere come se non si fosse macchiato di un atroce delitto. Solo dopo essere stato identificato, grazie al contributo di un paio di cittadini che hanno allertato le forze dell'ordine, fermato dai carabinieri in provincia di Palermo e portato in caserma, alla fine di un lunghissimo interrogatorio, è crollato ed ha confessato.

La sua vittima, Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, aspettava un figlio da lui, Antonino Borgia, imprenditore di 51 anni, coniugato.

Giorni prima, lei gli aveva chiesto 3 mila euro. Ieri si sono incontrati a Partinico, alle porte del capoluogo siciliano. Nell'orrenda conta numerica, Ana è la 95 esima vittima di femminicidio dall'inizio dell'anno. L'omicidio è avvenuto alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

'Non uccidermi, aspetto un figlio da te, ti amo'

Lei lo ha implorato: "Non uccidermi, aspetto un figlio da te, ti amo", ma lui non ha avuto alcuna pietà. Ana Maria Lacramioara Di Piazza era di origine romena: era stata adottata da bambina da una coppia di Giardinello, piccolo centro in provincia di Palermo. Dallo scorso gennaio aveva una relazione con Borgia, imprenditore, coniugato, con a carico precedenti per reati contro le persone e la famiglia.

Ieri Ana si era appartata con lui a Balestrate, un paesino che dà sul mare, nei pressi di un cantiere dove l'impresa di proprietà della moglie di Borgia che realizza e istalla piscine, stava facendo alcuni lavori. Dopo aver consumato un rapporto, è iniziata tra i due una discussione: la sera prima, lui le aveva promesso di darle i 3 mila euro che la giovane donna gli aveva chiesto per portare avanti una gravidanza difficile.

Il litigio ha preso una piega che la donna mai avrebbe potuto immaginare: l'uomo ha estratto un coltello e ha iniziato a colpirla alla pancia. Una telecamera di videosorveglianza di una villa vicina, che ha poi permesso di identificare e fermare l'omicida, ha ripreso la scena e registrato l'audio dell'aggressione.

Le immagini mostrano Ana fuggire dal furgone bianco di lui.

Borgia ha il coltello in mano e la rincorre facendola cadere a terra. Lei, a quel punto già ferita, lo implora di gettare l'arma, gli urla: 'Fermati, sono incinta, pensa al tuo bambino'. Allora lui, forse temendo d'essere visto o sentito, la convince a risalire sul furgone promettendole di portarla in ospedale. Ma è una bugia perché, una volta a bordo del mezzo, le dà altri fendenti. Lei tenta di salvarsi gettandosi dal furgone in corsa, ma Borgia infierisce colpendola con un bastone alla testa e infliggendole un taglio alla gola. Sarà l'autopsia a stabilire se quello alla gola sia stato il colpo letale. Dopo l'omicidio, l'uomo ha maldestramente nascosto il corpo nelle campagne tra Partinico e Balestrate: era sotto un telo e coperto da frasche.

Un sogno finito nel sangue

Ana sognava un uomo che la amasse veramente: lo hanno raccontato le amiche. Era già mamma di un bambino di 11 anni che aveva avuto da un precedente legame con un uomo di origine tunisina, il quale però non l'aveva voluto riconoscere. Era stata per lei una cocente delusione. Con questa nuova relazione, la giovane donna si illudeva di andare incontro alla felicità. Ma la gestazione non si presentava facile e lei non aveva un lavoro: l'ultima occupazione in qualità di lavapiatti risale a mesi fa. Per cui aveva chiesto a Borgia i soldi per sottoporsi a cure ed accertamenti nella sincera intenzione di portare avanti la gravidanza. Lui non era d'accordo: secondo il racconto dell'amica del cuore di Ana, voleva solo che lei abortisse.

Temeva che lei dicesse tutto a sua moglie. Un timore infondato: secondo le amiche, Ana non aveva alcuna intenzione di ricattarlo. Anzi a loro, per rispetto della privacy di lui e per discrezione, non aveva voluto fare il nome dell'uomo.

Grazie alle telecamere di un privato e alla segnalazione di un altro cittadino che ha avvertito i carabinieri di avere visto una donna insanguinata scappare da un furgone inseguita da un uomo senza pantaloni, gli inquirenti sono risaliti a lui. La prima identificazione è stata del furgone, caratterizzato dall'immagine di una piscina: l'uomo l'aveva lavato, ma sarebbe stata trovata una macchia di sangue. Il coltello è stato trovato nelle campagne locali. Quando è stato fermato, Borgia ha negato ogni responsabilità.

Torchiato per ore e messo di fronte alle immagini delle telecamere di sorveglianza, è crollato. Non ha saputo dire quante coltellate le aveva inferto. Deve rispondere di omicidio, occultamento di cadavere e procurato aborto. L'indagine è coordinata dall'aggiunto Annamaria Picozzi e dal pm Chiara Capoluongo. L'uomo è stato trasferito in carcere.