Fabrizio Corona, nella serata del 6 dicembre scorso è uscito dal carcere di Milano: il giudice del Tribunale di Sorveglianza, Simone Luerti, ha stabilito che potrà scontare la pena in una casa di cura per malattie psichiatriche a Monza, a causa dell'aggravarsi della sua condizione psicologica borderline, come riferito dal team di psicoterapeuti che lo ha seguito in questo periodo a San Vittore. La detenzione alternativa avrà termine nel 2023, tra 4 anni e 3 mesi come da disposizione della sentenza di condanna.

La motivazione alla base di questa decisione risiede nell'assenza totale di pericolosità sociale delle condotte per cui Corona è stato condannato e, secondariamente, nella difficile situazione emotiva in cui versa il detenuto.

L'ex agente, infatti, soffre di una patologia difficilmente curabile in un penitenziario.

I precedenti

Corona ha varcato le porte del carcere per la prima volta nel 2007, in seguito alle indagini su Vallettopoli di Potenza. A questa iniziale condanna se ne sono aggiunte numerose altre: estorisione, riciclaggio di denaro, corruzione, bancarotta, fino all'ultima per violazione fiscale che gli era costata il rientro in San Vittore. Era il 2014 e Corona aveva tentato di pagare un pieno in autostrada con soldi falsi alla fine di una serata. Fin da allora, i suoi avvocati avevano richiesto perizie psichiatriche per il loro assistito.

La sentenza del Tribunale di Sorveglianza

Il 6 dicembre scorso è arrivata l'autorizzazione del giudice Luerti, da parte del Tribunale di Sorveglianza, per la traduzione di Corona in una casa di cura psichiatrica: la sua sarebbe, a detta degli psicoterapeuti, una personalità borderline, affetta da narcisismo e disturbo bipolare a cui si aggiungerebbe una sindrome depressiva incompatibile con il carcere.

Si tratta, in realtà, di un differimento della pena. Fabrizio ha trascorso a San Vittore 5 anni e 5 mesi sui 9 anni e 8 mesi di reclusione stabiliti dalla sentenza. Per buona condotta, era passato a misure alternative, ma nel marzo scorso aveva nuovamente violato le norme di buon comportamento, addirittura nel corso di alcune puntate televisive.

Gli era stato quindi revocato ogni permesso, con conseguente reclusione in carcere.

Anche a fronte di queste continue recidive, era stato segnalato dagli psichiatri di San Vittore uno stato mentale patologico associato al progredire di una personalità borderline, con evidenti disturbi depressivi e una resistenza ai farmaci prescritti.

Resta per lui, allora, solo da percorrere la strada di un'assistenza monitorata all'interno di un istituto di cura per malati psichiatrici, una misura 'umanitaria' questa che lo accompagnerà, per i prossimi quattro anni ancora da scontare all'interno di una comunità per tossicodipendenti dove sarà seguito in maniera continuativa per evitare peggioramenti e ricadute.

La Procura milanese, nell'udienza in data ancora da destinarsi, potrebbe opporsi a questo affidamento terapeutico qualora Corona si opponesse ad un programma di cure serio e continuativo, come necessario a coloro che si trovano nel suo stato mentale.