Il vulcano Whakaari, nella minuscola White Island, si è risvegliato all’improvviso, mentre numerosi turisti erano impegnati in un’escursione sull’orlo del cratere. L’eruzione è avvenuta poche ore fa, quando in Nuova Zelanda erano le 14:11 e in Italia era notte fonda: subito si è attivata la macchina dei soccorsi. Al momento (ore 12,00 italiane) si contano cinque vittime, ma il bilancio dei morti è destinato a crescere man mano che le ricerche andranno avanti.
Il Primo Ministro neozelandese Jacinda Ardern ha spiegato che “non si hanno più notizie” di diverse persone che erano sull’isola o nei dintorni, sottolineando come la situazione sia in continua evoluzione.
Secondo le forze dell’ordine almeno in cinquanta si trovavano nei pressi della bocca del vulcano al momento della prima esplosione. Alcuni turisti sono stati immediatamente accompagnati sulla terraferma, ma in tanti si troverebbero ancora sulla White Island: in queste ore risulta troppo pericoloso continuare con le operazioni di salvataggio. Diversi anche i feriti: secondo quanto dichiarato da alcuni operatori sanitari, sarebbero una ventina le persone ricoverate nell’ospedale della vicina North Island, l’isola più settentrionale dell’arcipelago.
I segni premonitori di un vulcano spesso imprevedibile
Il Whakaari, che in lingua maori significa “vulcano drammatico”, è famoso per essere tra i più attivi in Nuova Zelanda ed altamente imprevedibile.
L’isola in cui si trova è attualmente di proprietà di privati ed è una meta turistica molto ambita, visitabile ogni giorno con spedizioni organizzate o visibile dall’alto, attraverso dei voli panoramici.
Nonostante la difficoltà a prevenire i fenomeni eruttivi, bisogna dire che questa volta qualche segnale di un possibile risveglio del vulcano c’era stato: lo scorso 3 dicembre Geonet, un sito internet che monitora i possibili pericoli geologici, aveva lanciato l’allarme, sostenendo una probabile ripresa dell’attività del Whaakaari.
Quindi il livello di allerta era stato portato da “uno” a “due”. Come ha spiegato Jan Lindsay, professoressa in scienze ambientali presso l’Università di Auckland, l’evoluzione in corso negli ultimi giorni era nota e costantemente monitorata.
Le testimonianze dei sopravvissuti
Nei social e sui media compaiono in queste ore le prime testimonianze dei sopravvissuti, riprese dal Corriere della Sera.
Michael Schade, aveva appena terminato la visita e, insieme ad altri turisti, si stava allontanando in barca dalla White Island quando ha visto alzarsi un enorme pennacchio di vapore bianco, che poi ha filmato e postato su Twitter. “Quando ci siamo resi conto di cosa stava accadendo siamo tornati in porto per prendere con noi chi stava fuggendo – ha spiegato alla Bbc – ero sul cratere circa 30 minuti prima dell’eruzione e tutto sembrava piuttosto sicuro, anche se gli addetti stavano già cercando di contenere il numero dei visitatori”.
Invece il brasiliano Alessandro Kauffmann si è salvato per un soffio: “Sul vulcano erano previsti due turni di visite – ha raccontato su Instagram – per fortuna il mio gruppo si è allontanato dalla sommità cinque minuti prima dell’eruzione”.