Nella giornata di questo 8 dicembre l'Italia intera è stata scossa dalla scomparsa a 91 anni di Piero Terracina, uno degli ultimissimi sopravvissuti ai campi di concentramento.

Fra i primi a commentarne la scomparsa è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale lo ha definito "testimone instancabile della Shoah".

Una vita segnata dall'esperienza vissuta nel campo di concentramento

Piero Terracina nasce a Roma il 12 novembre 1928. Il 7 aprile 1944 viene arrestato con tutta la sua famiglia, di religione ebraica, su segnalazione di un delatore.

Purtroppo, fra tutti i suoi cari, sarà l'unico a fare ritorno in Italia.

Appena entrato nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau subisce ogni tipo di sopruso e privazione, partendo dalla perdita del proprio nome. Nei mesi passati nel campo incontra Sami Modiano, col quale stringe un rapporto di amicizia vera e profonda che lo aiuta a trovare conforto anche nei momenti peggiori.

Il 27 gennaio 1945, Piero e Sami, insieme a pochissimi altri possono di nuovo assaporare la libertà, grazie all'intervenuta liberazione del campo.

Il dopo Auschwitz-Birkenau

Il ritorno alla "vita normale" o, forse più correttamente, alla vita, è difficile e doloroso per l'ancora giovane Piero.

Dopo qualche anno, però, inizia a crescere dentro di lui (e dentro gli altri sopravvissuti) la consapevolezza di dover testimoniare gli orrori subìti per evitare che si ripetessero di nuovo in futuro.

Inizia allora ad incontrare moltissimi ragazzi nelle scuole e nelle università per cercare di sensibilizzarli sul tema, dando una testimonianza viva e concreta di quel che era accaduto negli anni '40 ai tanti ebrei italiani e non solo, per il semplice fatto di essere nati ebrei.

Inoltre, ha iniziato a recarsi periodicamente al museo di Auschwitz, in Polonia, con gli altri testimoni della Shoah per risvegliare le coscienze di molti giovani, anche a costo di rivivere nuovamente con la mente gli strazi subìti negli anni Quaranta.

Una delle peculiarità di Piero è stata certamente quella di essere riuscito a raccontare una storia assurdamente atroce vissuta in prima persona, senza mai cadere nell'odio per i suoi aguzzini.

Le parole di Liliana Segre

Fra i tanti ricordi arrivati nella giornata di oggi, colpisce certamente il pensiero della senatrice a vita Liliana Segre che ha dichiarato: "Ora mi sento più vecchia e più sola", alludendo al fatto che fra lei e Piero Terracina ci fosse una amicizia quasi fraterna che li legava da decine di anni.

Ma forse, ancor di più, a intristire la senatrice è la consapevolezza di dover continuare un percorso di racconto e di testimonianza assai doloroso e difficile, visto anche l'avanzare dell'età.

Tuttavia, Liliana Segre sembra fare un ultimo regalo a Piero: la promessa di continuare a parlare delle atrocità di Auschwitz, predicando, però, l'amore e non l'odio, esattamente come avrebbe desiderato lo stesso Terracina.