Locride, una delle zone con maggior presenza della criminalità organizzata calabrese: è qui che, dopo una serie di controlli incrociati effettuati dalla Guardia di Finanza, sono stati scoperti 237 individui, alcuni legati alle 'ndrine, altri semplici truffatori. Ma comunque tutti legati da un unico obiettivo: truffare lo Stato italiano. Questi signori hanno percepito illegalmente, non si sa con quali raggiri, l'assegno del reddito di cittadinanza di 780 euro dall'aprile al dicembre del 2019. Molti di loro sono intestatari di immobili, uno addirittura possiede una Ferrari, altri hanno delle attività imprenditoriali con partita IVA attiva, ma tutti hanno percepito illegalmente il sussidio.
Per questo motivo sono stati iscritti in toto nel registro degli indagati della Procura di Locri.
L'indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Locri
L'operazione, denominata "Salasso", è il frutto del lavoro di collaborazione tra la Procura della Repubblica di Locri con le fiamme gialle della stessa città. In realtà l'oggetto dell'indagine ha inteso scoprire, al principio, l'incidenza dei "falsi braccianti", che è piaga comune nelle campagne della provincia calabrese. Ma i risultati venuti fuori hanno permesso di scoprire molto di più di quello che è stato solamente ipotizzato. Infatti molti sono evasori fiscali totali, in quanto pur possedendo attività commerciali ben avviate non hanno mai presentato una vera dichiarazione dei redditi, né versato un solo euro nelle casse dell'erario.
Ma la maggior parte sono persone che vivono al limite della legge, appartenenti alle varie famiglie della mafia calabrese, con ville sfarzose ed auto di lusso a seguito, con una fedina penale abbastanza corposa. Il risultato di questa verifica ha definito come provvedimento la segnalazione d'ufficio alle autorità competenti, l'avvio immediato della procedura della revoca dell'assegnazione del reddito di cittadinanza ed, in base all'articolo 7 del Decreto Legge 4/2019, l'avvio verso un processo con la quasi certezza di essere condannati da due a sei anni di reclusione.
Questo articolo di legge prevede la pena detentiva quando si utilizzano documenti o dichiarazioni false, oppure si omettono delle informazioni dovute.
Il totale percepito dai 237 "furbetti" risulta essere di circa 870 mila euro che l'INPS deve, gioco forza, recuperare al più presto. Insieme a loro sono state segnalate altre 73 persone per non aver compilato regolarmente il DSU, ossia la documentazione prevista per l'attestazione della situazione reddituale, permettendo a chi ha usufruito illegalmente delle somme del reddito di entrare nelle liste.
Le reazioni della politica
Una notizia del genere, in un periodo dove si sta svolgendo la campagna elettorale delle elezioni regionali, ha un peso molto specifico. Il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani, che è il partito della candidata alla presidenza della Regione Calabria Jole Santelli, non ha fatto mistero che a questa politica assistenzialista, definita "da Prima Repubblica", lui si è sempre mostrato contrario. Ed altri esponenti del partito azzurro si sono aggregati alle sue esternazioni. Di diverso avviso il Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Nicola Morra, dei Cinque Stelle, il quale ha detto che quando si fanno veri controlli, come questo, si scopre il male.