"Camilla e Gaia sono sbucate dal nulla e io non le ho viste". Pietro Genovese, 20 anni, accusato di duplice omicidio stradale, lo ripete dalla notte dell'incidente. E, con ogni probabilità, lo ribadirà anche davanti al Gip Bernadette Nicotra. Il figlio del regista Paolo Genovese, sabato 22 dicembre, ha travolto e ucciso due amiche sedicenni in Corso Francia, a Roma e, dal giorno di Santo Stefano si trova agli arresti domiciliari.

Pietro Genovese dal Gip

Oggi, giovedì 2 gennaio, Pietro Genovese - assistito dal suo legale, l'avvocato Gianluca Tognozzi - comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per l'interrogatorio di garanzia.

Come riporta il Corriere della Sera, è ragionevole pensare che il ragazzo confermi di essere passato con il verde e di non aver visto Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due amiche sedicenni che, sotto la pioggia battente, attraversavano correndo Corso Francia (a due passi da Ponte Milvio, una delle zone della movida di Roma). Il giovane, però, potrebbe anche decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere o di fornire la propria versione dei fatti rilasciando solo dichiarazioni spontanee senza, dunque, replicare alle contestazioni dei magistrati.

Il figlio del regista Paolo Genovese, è accusato di duplice omicidio stradale e attualmente si trova ai domiciliari nella sua casa di Roma.

Dalla notte dell'incidente, sopraffatto dal senso di colpa, è in forte stato confusionale.

Il nodo della velocità e l'uso di sostanze stupefacenti

La posizione di Pietro Genovese è molto grave e delicata. Durante l'interrogatorio, sicuramente sarà chiamato a rispondere ai due principali elementi d'accusa: il tasso alcolemico elevato (pari a 1,4 grammi per litro) e la velocità di marcia superiore ai limiti previsti dal Codice della Strada.

Come riportato da alcuni testimoni che hanno assistito allo schianto, il Suv del giovane, percorreva il viadotto di Corso Francia a marcia sostenuta. Bisognerà comunque attendere il risultato della consulenza disposta dai magistrati per sapere, con certezza, quanto segnasse il tachimetro della Renault Koleos al momento dell'impatto.

Il ventenne, inoltre, è risultato non negativo anche ad alcune sostanze stupefacenti (cannabis e cocaina), ma almeno fino a questo momento, questo aspetto non è stato considerato un aggravante. Infatti, Genovese potrebbe aver assunto droga i giorni precedenti all'incidente, ma non la notte in cui ha travolto Gaia e Camilla. Sicuramente, però, questo elemento controverso verrà a lungo dibattuto nel processo.

Domani, venerdì 3 gennaio, i magistrati Roberto Felici e Nunzia D’Elia ascolteranno due amici che erano in auto con Pietro: Davide Acampora e Tommaso Edoardo Fornari Luswerg. Le loro dichiarazioni, ovviamente, saranno confrontate con quelle rilasciate dal figlio del regista.