Lo scorso 1° febbraio a Mogliano, in provincia di Macerata, è avvenuto l’ennesimo brutto episodio di violenza nel mondo del calcio, poco dopo il fischio finale di una gara di Seconda categoria. Solo che questa volta è stato l’arbitro a rendersi protagonista di quanto accaduto: al termine dell’incontro tra il Borgo Mogliano e il Montottone Grottese ha litigato pesantemente con il portiere della squadra di casa, arrivando a sferragli una testata in pieno volto che avrebbe messo ko l’atleta, mandandolo all’ospedale.

Questa vicenda non è passata sotto silenzio, tanto che il questore di Macerata, Antonio Pignataro, ha disposto il Daspo per il fischietto, ossia l’allontanamento dai campi di calcio per un anno.

Quindi il direttore di gara, un 31enne di origine napoletana, non potrà assistere a nessuna partita di pallone, compresi i match di Serie A, B e C, nonché quelli della nazionale italiana, le sfide internazionali e perfino le amichevoli. Per la prima volta nel nostro Paese si adotta una misura simile nei confronti di una giacchetta nera.

L’aggressione dell’arbitro al portiere, all’esterno degli spogliatoi

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, le violenze sarebbero avvenute all’esterno degli spogliatoi quando la gara, persa dal Borgo Mogliano per 3-1, era ormai conclusa. Tra l’arbitro e il portiere ci sarebbe stato un violento litigio: infatti il giocatore era stato espulso dopo che gli era stato fischiato contro un rigore, grazie al quale gli avversari erano andati in vantaggio.

Durante l’alterco il direttore di gara avrebbe colpito con una testata l’estremo difensore, che sarebbe finito a terra.

Immediatamente il personale del 118 l’ha portato nell’ospedale di Macerata, dove i medici hanno curato le ferite, giudicate guaribili in 15 giorni. Quindi, dopo che i militari dell’Arma hanno segnalato alla procura quanto accaduto, è partita una denuncia per lesioni nei confronti dell'arbitro, per il quale il questore ha emesso la misura del Daspo per 12 mesi.

L’arbitro ora rischia di essere radiato

La vittima dell’aggressione è il portiere 38enne che aveva attaccato l’arbitro prima di essere espulso, gridandogli che il suo comportamento era stato vergognoso. Tuttavia le testimonianze su quello che è accaduto in campo sono discordanti. È però certo che a fine partita il calciatore ha cercato di chiarirsi con il direttore di gara; ma il confronto tra i due si è presto tramutato in una lite sempre più accesa, fino alla violenza fisica.

Dal canto suo la giacchetta nera ha sempre smentito di aver alzato le mani, dichiarando di essere stato lui ad aver subito un’aggressione. Il presidente regionale dell’Aia, Carlo Ricolfi, ha annunciato che il fischietto potrebbe ora incorrere anche in pesanti sanzioni disciplinari: addirittura rischierebbe la radiazione per il suo comportamento, nonostante a detta di tutti sia molto esperto, tanto da aver diretto in passato anche incontri del campionato di Eccellenza.

Il questore di Macerata spiega la decisione del Daspo all'arbitro

Il questore di Macerata ha spiegato ai giornalisti del Corriere della Sera le ragioni del Daspo: infatti quella dell’arbitro è una figura con precisi doveri, perché svolge una funzione pubblica.

Quindi servono rigore e disciplina, nel rispetto di un ruolo che necessita di equilibrio e saggezza. “Deve essere corretto, non può azzuffarsi con un giocatore – ha detto Antonio Pignataro – quello che è successo è inaccettabile”.

Secondo il questore un direttore di gara ha anche un compito morale: deve essere un esempio per tutti bimbi e le famiglie che vanno allo stadio, specialmente in un momento in cui si moltiplicano gli episodi di violenza nei campi da calcio di provincia.