Anche il Brasile si trova a dover far i conti con il Coronavirus. Se in un primo momento il numero dei contagi poteva essere ritenuto esiguo, adesso il Paese si trova in piena emergenza. Mentre aumentano notevolmente i casi positivi e i morti, è scontro aperto però all'interno del governo brasiliano.
Durante l'ultima conferenza stampa, il presidente Jair Bolsonaro ha minimizzato l'attuale situazione del Paese. "Molti virus hanno ucciso ben più di questo" ha dichiarato il presidente, "senza suscitare nessun clamore". Parole non apprezzate dagli altri esponenti del governo che chiedono l'isolamento del Paese.
Il Brasile nel caos
L'avanzamento del virus Covid-19 non risparmia nessuno. Se all'inizio del contagio in Europa, il Brasile poteva ritenersi risparmiato con solo pochi contagi, adesso non è più così. Al momento, secondo gli indici ufficiali, le morti a causa del coronavirus sarebbero 57, mentre i contagiati 2.433.
Si tratta di numeri sottostimati, in quanto a causa della larga estensione della Nazione è tuttora difficile reperire dati certi. Sempre l'estensione geografica non rende semplice l'elaborazione di una strategia regionale per ogni Stato, nessun governatore al momento avrebbe ben chiara la situazione interna e come affrontarla.
Ad aggravare ulteriormente il clima di paura nel Brasile sono le parole del presidente Bolsonaro.
Durante una conferenza stampa, l'uomo ha cercato di tranquillizzare il popolo brasiliano: 'Si tratta di una semplice influenza' ha chiarito il capo di Stato.
Contrario alla cosiddetta "isteria da virus", Bolsonaro ha annunciato che presto si tornerà alla normalità. Una dichiarazione che ha destato l'ira della politica locale.
Il vice presidente Hamilton Mourao ha preso di fatti le distanze dalle sue parole sostenendo che la posizione del governo implica "isolamento e distanziamento sociale".
Dello stesso parere sono anche i governatori delle entità federali brasiliane. Nonostante Bolsonaro avesse chiesto la fine della "quarantena di massa", tutti hanno annunciato che continueranno a mantenere le restrizioni imposte, misure di isolamento sociale comprese.
I governatori brasiliani
A scendere in campo contro la fine dell'isolamento di Bolsonaro sono gli stessi governatori brasiliani. Il primo a scegliere di continuare con le restrizioni nella propria regione è stato Joao Doria, governatore di San Paolo, che ha anche avuto uno scontro diretto con il presidente durante la teleconferenza.
Accanto a Doria, anche il suo collega di Rio de Janeiro, Wilson Witzel: "Andremo avanti seguendo gli orientamenti medici e salvando vite". L'uomo ha inoltre sottolineato come il comportamento del presidente sia "opposto chiaramente alle raccomandazioni dell'Oms".
Proprio per garantire una maggiore assistenza medica a tutti i brasiliani, Witzel ha proposto di trasformare il Maracanà in un ospedale da campo. "Nei prossimi 15 giorni prepareremo almeno 800 posti letto" ha rivelato l'uomo che vede nello stadio brasiliano la struttura principale per accogliere i malati di coronavirus.