"In questo Paese sono convinto che in questo momento bisognerebbe sospendere le norme sulla privacy". Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, nel corso di una conferenza stampa rispondendo alle domande poste da alcuni giornalisti in merito alla pandemia da Covid-19.

Per il numero uno veneto in questo particolare momento storico bisognerebbe lasciare ai sistemi sanitari la massima libertà d'azione possibile valutando se necessario l'introduzione di eventuali sistemi di tracciamento dei cittadini. Zaia è convinto che tramite la tecnologia si potrebbero debellare diversi focolai di contagio data anche la reticenza dei cittadini a rispettare la quarantena dettata dal governo.

La situazione in Veneto è stabile

Nel corso della conferenza stampa mattutina Zaia ha riferito che la situazione in Veneto, al momento, è stabile. La regione è infatti riuscita 'a frenare la curva dei contagi', un trend, questo, che però dovrà essere confermato nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Zaia, per tale ragione, ha richiamato nuovamente la popolazione ad essere responsabile e a seguire le ordinanze che sono state emanate dal Governo e dalla regione stessa. 'Non mi costringente a fare ordinanze cattive'.

Al momento in Veneto sono isolate oltre 17.000 persone, 'questo da la misura del grande lavoro che stiamo facendo' ha affermato Il governatore. Ad oggi il Veneto viaggia verso i 7mila casi di Coronavirus accertati, raggiungendo stamani quota 6.935.

Sono 287 i morti, con 14 nuovi decessi registrati nella mattinata del 26 marzo.

Accessi diminuiti ai pronto soccorso

In tutta la regione sono diminuiti inoltre drasticamente gli accessi ai pronto soccorso. I cittadini, sempre secondo quanto si apprende dalle parole di Zaia, 'hanno capito come ci si deve comportare'. In questo momento bisogna recarsi in ospedale solo per situazioni gravi.

Per quanto riguarda i beni alimentari il politico ha consigliato ai suoi concittadini di andare a fare la spesa una volta settimana o anche meno. Il Covid-19 sta mettendo davvero a dura prova il nostro Paese e il mondo intero. Ormai sono più di un miliardo le persone rinchiuse in casa su tutto il pianeta. La pandemia partita dalla città di Wuhan, in Cina, sta affliggendo numerosi Stati, su tutti Spagna e Stati Uniti, dove i contagi stanno crescendo a dismisura. In Italia rimane ancora critica la situazione in Lombardia, che è la regione più colpita di tutte dalla malattia.