Il 21 marzo il ponte di Genova, ancora in costruzione, ci ha donato momenti di speranza. Alle 19:30, un fascio tricolore è stato proiettato sul cantiere ancora aperto, un segno di unità contro l'emergenza Coronavirus.

Un messaggio luminoso di fiducia per tutto il Paese e per Genova, una città di mare abituata ad affrontare le burrasche. Ma il capoluogo ligure non è stato l'unico a fornire il suo supporto in un periodo così difficile, anche da Dubai e Gerusalemme sono partiti messaggi di speranza, con l'accensione di luci colorate per l'Italia.

Genova combatte con tutto il Paese

L'architetto Renzo Piano ha affermato che Genova vuole combattere questa sfida con tutto il Paese, che in questo momento di crisi sta dimostrando grande solidarietà. Ha definito l'evento "L'accensione di una luce nel buio", un pensiero caro ai genovesi, poiché il simbolo della città è la Lanterna che in passato segnalava l'ingresso delle navi nel porto.

L'idea è stata lanciata da Salini Impreglio che ha acceso un ponte di luce per Genova con i colori della bandiera italiana. Un gesto simbolico con cui il gruppo ha voluto ringraziare le autorità, i medici, gli infermieri e tutti coloro che si stanno impegnando per il Paese in questo periodo così difficile. Le luci rimarranno accese fino alla fine dell'emergenza coronavirus e l'iniziativa si ripeterà ogni sera, permettendo così ai genovesi di manifestare il proprio sostegno a tutta la penisola.

Il fascio di luce che rispecchia i colori della bandiera dell'Italia - verde, bianco e rosso - che unisce le sommità del ponte ancora in costruzione ha un significato: la vicinanza del gruppo che sta costruendo il nuovo viadotto a tutti gli italiani che stanno affrontando l'epidemia.

Il Ponte Morandi, che quasi due anni fa è stato drammatico protagonista del crollo che ha tolto la vita a tante persone, adesso, in piena crisi sanitaria, vuole regalare un messaggio di speranza.

Il 14 agosto 2018 ebbe luogo il crollo del Ponte Morandi di Genova. Un giorno cupo, di pioggia incessante, un giorno segnato da uno degli eventi più dolorosi per gli italiani. Alle 11:36, un rumore assordante sovrastò tutto il resto: i tuoni, i clacson e le voci dei genovesi. Il viadotto crollò, rimasero in vista solo i tondini di acciaio che spuntavano fuori, inclinati dal cedimento.

Inaugurato nel settembre 1967, fu chiamato così in onore di Riccardo Morandi, un ingegnere italiano. La caduta del ponte portò con sé 43 vittime e una decina di feriti. Vennero risparmiati i condomini delle case popolari a 50 metri e anche una delle più importanti aziende italiane, l'Ansaldo Energia: tuttavia distrusse la Fabbrica del Riciclo e i capannoni dell'Amiu.

Il 25 giugno 2019 venne effettuata la demolizione dei resti. La riapertura, tecnicamente, dovrebbe avere luogo al termine della primavera di quest'anno, dunque intorno al 20/21 giugno.

Non solo Genova

Il tricolore italiano non è comparso solo a Genova: altri Paesi hanno voluto manifestare la propria solidarietà all'Italia in un momento così difficile.

La luce verde, bianca e rossa compare anche sul grattacielo più alto del mondo, che si innalza per ben 830 metri. Stiamo parlando del Burj Khalifa di Dubai.

Ma a dare il via a questa catena di incoraggiamento mondiale è stata Gerusalemme che, sulle antiche mura della città vecchia, ha acceso il tricolore per far sapere a tutti che Gerusalemme è vicina all'Italia.

Si sta cercando, dunque, di dimostrare la propria vicinanza all'Italia, che oggi può sentirsi un po' meno sola in questa battaglia contro il coronavirus.