L'umanità bambina e irresponsabile è ovunque. Non c'è una regione francese senza casi di coronavirus: sebbene con numeri di molto inferiori, in Europa la Francia è, dopo l'Italia, da ieri tutta zona rossa, il Paese più colpito con 1412 contagiati, tra cui cinque deputati e il Ministro della Cultura, Franck Riester, e 25 morti. Eppure, lo scorso fine settimana, in barba all'emergenza sanitaria, circa 3.500 persone travestite dai personaggi di fantasia creati dal disegnatore Pejo, si sono ritrovate a Landernau, paese della Bretagna, per stabilire il nuovo record mondiale: il più grande raduno dei 'Puffi'.

Tra sorrisi, abbracci, sfilate e trenini carnevaleschi, i partecipanti all'iniziativa hanno invaso i social con le loro foto all'insegna della spensieratezza, come se in Francia, e un po' in tutta Europa, non ci fosse uno stato d'allerta. Il conto dei presenti sarà convalidato da un notaio e inviato al Guinness dei primati.

Francia, 'Puffi' sfidano il coronavirus

Al grido di battaglia 'il record mondiale è più importante del Covid', in 3.500, donne, uomini e bambini, si sono accalcati in un maxi pazziale di un paese bretone per esibire con orgoglio la loro 'puffità' di massa. Alla stampa locale, uno dei partecipanti ha detto che l'evento non poteva essere differito: "Era troppo importante, il coronavirus non è niente.

Non c’è alcun rischio, noi siamo puffi”, ha spiegato convinto. "Pufferemo il coronavirus", ha ribadito euforico anche un partecipante che appare in un video divulgato dall'agenzia 'France Press'.

La sfida era stata lanciata dagli organizzatori del 'Carnevale della luna stellata', manifestazione che si svolge nella zona, probabilmente in tempi non sospetti.

I Paesi europei sono chiamati a misure emergenziali più o meno serrate per contrastare l'espandersi dell'infezione e gli esperti hanno spiegato che il contatto e gli assembramenti di persone, le manifestazioni di massa, equivalgono a delle bombe virali in quanto a rischio di contagio. Tutto ciò è sembrato non destare minimamente preoccupazione, né da parte degli organizzatori, né dei partecipanti.

L'unica cosa che interessava tutti, era battere il record stabilito nel 2019 dalla città tedesca di Lauchringen, con un raduno di 2762 Puffi. E così, proprio come i Puffi, faccia e mani tinti di blu, calzari e cappello bianco o rosso come per i piccoli omini colorati che vivono sotto i funghi, diventati un famoso cartone animato negli anni Ottanta, hanno inscenato la loro euforia. Sui social si sono scatenati gli insulti di fronte a un comportamento di massa apparso superficiale e irresponsabile.

Francia, il Presidente a teatro e a passeggio

La Francia, fino a qualche giorno fa, stava cercando di vivere la normalità, evitando misure drastiche.

Ma hanno destato polemiche anche le iniziative del primo tra i francesi, il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. Venerdì scorso, malgrado l'epidemia in corso, Macron ha voluto andare a teatro a Parigi con la moglie Brigitte. Mentre ieri, il Presidente e la moglie si sono fatti fotografare a passeggio sugli Champs-Elysees. Un'iniziativa del Capo di Stato francese per dare un segnale positivo a supporto dell'economia nazionale messa a rischio dalla diffusione del coronavirus. Ieri, però, lo stesso Macron ha pubblicato un tweet in cui chiede un coordinamento europeo per contrastare l'emergenza sanitaria, rafforzare la ricerca e la risposta economica. "L'unione fa la forza", ha scritto Macron.

Francia, misure dopo raduno dei Puffi nel weekend

Fatto sta che, dopo la maxi riunione dei Puffi nel weekend, il Governo francese ha cominciato ad applicare misure restrittive: per il momento sono stati vietati eventi, quali concerti e manifestazioni, anche all'aperto, che possano riunire oltre 1.000 persone. Da ieri, le scuole sono chiuse nelle zone focolaio di coronavirus, ovvero nell’Alto Reno e nell’Oise, in Alsazia, e ad Ajaccio, in Corsica, per circa 300 mila studenti dalle materne alle superiori, per almeno due settimane. Restano aperte a Parigi anche cinema e musei, il Louvre con ingressi contingentati, e parco Disneyland.

Il Ministro della Sanità, Olivier Véran, ha annunciato il via libera alla telemedicina: i medici di base faranno diagnosi e prescriveranno terapie a distanza, evitando di visitare fisicamente i pazienti.

Al momento, la Francia si trova nella fase due dell'allerta: quella in cui si cerca di limitare la diffusione dell'infezione nei focolai già individuati. Qualcosa di simile a quanto già accaduto in Italia, anche se Veran è certo di star riuscendo a ridurre e ritardare il picco dell'epidemia. Ma, anche in Francia, c'è la preoccupazione che il sistema sanitario non regga di fronte a un aumento sempre più elevato e veloce dei contagiati. Se scatterà la fase tre, quella di allerta su tutto il territorio nazionale, il governo potrebbe fermare i trasporti (treni, autobus e metro) a seconda delle necessità. Per ora, restano confermate le elezioni municipali del 15 e 21 marzo in 36mila comuni. Come in Italia, l'epidemia è oggetto di continua attenzione da parte di media ed opinione pubblica, da quando è iniziata la crisi internazionale.