L’improvvisa impennata del numero di contagi da Coronavirus registrata negli ultimi giorni in Romania, che ha portato il dato complessivo ben oltre quota cento, ha messo in moto la macchina organizzativa predisposta per far fronte al terzo scenario di diffusione del virus elaborato dalle autorità.
Poco dopo, il voto di fiducia che ha dato il via libera al nuovo governo Orban, il presidente della Repubblica Klaus Iohannis ha proclamato a partire da lunedì 16 marzo lo stato d'emergenza su tutto il territorio nazionale. Sarà quindi possibile, per impedire la diffusione del virus, adottare misure drastiche che potrebbero limitare, ad esempio, gli spostamenti.
Al momento la situazione sembra essere sotto controllo: tutti i pazienti per i quali è stato necessario il ricovero sono sotto costante monitoraggio da parte del personale medico e godono di uno stato di salute che non desta eccessive preoccupazioni (ad eccezione di una persona in cura presso la clinica ospedaliera Victor Babes di Timisoara che fortunatamente starebbe mostrando segni di miglioramento). Nonostante ciò, Alexandru Rafila, presidente della società romena di macrobiologia, ha affermato che entro la prossima settimana si potrebbe avere una crescita del numero delle persone infette, com'è accaduto dapprima in Italia, poi in Spagna, Francia e Germania.
L'accelerazione impressa dal presidente Iohannis nella nomina del nuovo governo guidato da Ludovic Orban, con il sostegno di quasi tutte le forze politiche, è lo specchio della presa di consapevolezza della gravità del momento e della necessità di un esecutivo in grado di adottare provvedimenti di contrasto al virus in maniera rapida e condivisa.
Lo stato d'emergenza porterà dei cambiamenti nella vita dei cittadini
Lo stato d'emergenza è regolamentato dall'articolo 93 della Costituzione, sotto la voce "Misure eccezionali". È stato istituito tramite legge con l'ordinanza d'emergenza nr. 1/1999 (e successiva modifica nel 2004) per far fronte alla quinta Mineriada (la rivolta dei minatori capeggiata da Miron Cozma in risposta alla decisione governativa di tagliare i sussidi al settore).
Il decreto presidenziale che istituisce lo stato d'emergenza dev'essere controfirmato dal Presidente del Consiglio e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il Parlamento ha 5 giorni di tempo per ratificare il provvedimento.
In sintesi, vengono attribuiti maggiori poteri al Ministro degli Interni per far fronte a situazioni di minaccia per la sicurezza nazionale (in questo caso la salute pubblica), consentendogli di emettere decreti e ordinanze militari che hanno valore obbligatorio, di legge.
Le misure che possono essere intraprese vanno da forme invasive ma più blande di limitazione delle libertà individuali (alcune delle quali sono già in atto) quali ridurre o vietare la possibilità di assembramenti e la circolazione di automobili e persone, rilasciare "permessi di libera circolazione", effettuare controlli; a quelle più drastiche come razionalizzare il cibo, chiudere stazioni di rifornimento, ristoranti, caffè, club e persino: "Sospendere temporaneamente la comparsa o la distribuzione di pubblicazioni o trasmissioni di stazioni radio o televisive".
Dalla settimana prossima, con ogni probabilità, come in Italia sarà richiesto ai cittadini di stare il più possibile a casa e di adottare misure precauzionali (distanza di sicurezza) quando si è a contatto con altre persone.
Scenario 3 di diffusione del virus: i casi epidemici avranno la priorità
Le misure che saranno adottate con l'entrata in vigore dell'stato d'emergenza andranno a braccetto con l'applicazione del protocollo predisposto dall'Unità di crisi per far fronte all'emergenza sanitaria. Lo scenario 3 configura, per un numero di contagi compreso tra 101 e 2.000, una riorganizzazione del sistema ospedaliero volta a garantire piena assistenza a tutti coloro che manifestano sintomi da nuovo coronavirus.
In particolare, in tutti gli ospedali sarà avviato un triage per garantire la priorità ai pazienti colpiti dall'epidemia rispetto a quelli che non rientrano nel novero delle urgenze mediche. I nosocomi di malattie infettive si dedicheranno esclusivamente ai casi di Covid-19, trasferendo i ricoverati con patologie diverse in altre strutture.
Saranno ampliati gli spazi dedicati al trattamento del virus e saranno reclutati più medici per far fronte all'emergenza. Si farà ricorso alla quarantena domiciliare - quando le condizioni di salute lo renderanno possibile - per non sovraffollare i reparti ospedalieri.
Cura e prevenzione andranno di pari passo con l'entrata in vigore di ulteriori misure per limitare la diffusione del virus. Come in Italia, non si esclude una progressiva limitazione delle possibilità di movimento per circoscrivere il contagio.
Romania: il picco d'infezioni potrebbe aversi ad aprile
Basandosi sui dati relativi all'evolversi del contagio nei paesi colpiti e alle dinamiche di diffusione di altri tipi di coronavirus, Alexandru Rafila ha dichiarato che nelle prossime settimane si dovrebbe assistere ad un rapido aumento dei casi di covonavirus, con il picco che potrebbe arrivare ad aprile.
Con l'arrivo dell'estate e un clima più caldo e secco, ci si augura che il numero dei contagi possa ridursi. Rafila ha anche chiarito che molto probabilmente il virus non sparirà del tutto ma che avrà una sorta di ciclicità, ovviamente con effetti molto più contenuti e paragonabili a quelli di un'influenza. Ovviamente, la speranza è che possa arrivare prossimamente un vaccino insieme a misure sempre più efficaci.
La fuga dall'Italia ha favorito la crescita dei contagi
Nelle ore precedenti e in quelle immediatamente successive all'emanazione in Italia del Dpcm del 9 marzo, con il quale il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato tutta l'Italia "zona protetta", diversi cittadini romeni si sono messi in viaggio per tornare in patria.
Di conseguenza, il governo romeno ha predisposto che queste persone siano sottoposte ad un regime di quarantena della durata di circa due settimane. Alcuni cittadini in isolamento avrebbero già iniziato ad accusare i primi sintomi del contagio in attesa di ulteriori conferme.