Una tragedia si è verificata a Carmagnola, in provincia di Torino, lo scorso venerdì 27 marzo. Secondo quanto riferisce la stampa locale e nazionale, un ragazzo di 29 anni si è tolto la vita impiccandosi nella tromba delle scale dopo aver ricevuto la notizia del suo licenziamento. I media hanno intervistato i genitori della vittima, i quali hanno dichiarato che il 29enne soffriva da diverso tempo di depressione. Proprio recentemente, precisamente otto mesi fa, era stato assunto come tirocinante nella ditta in cui stava lavorando, la quale ha però dovuto chiudere i battenti per svariati problemi, legati anche all'emergenza coronavirus.

Quel lavoro per il ragazzo rappresentava una vera e propria svolta nella sua vita, ma forse non è riuscito a sopportate del tutto la notizia della risoluzione del contratto.

Indagini ancora in corso

A scoprire il corpo esanime del giovane è stato proprio il padre, che ha chiamato subito i carabinieri della locale stazione, giunti immediatamente sul posto. I genitori hanno raccontato tutto agli inquirenti, anche di quel lavoro iniziato da pochi mesi ed hanno riferito anche della notizia del licenziamento ricevuta da pochi giorni dal giovane. Agli agenti non è rimasto altro se non effettuare i rilievi del caso e cominciare le indagini, necessarie quando si tratta di casi così delicati. I carabinieri stanno facendo infatti ulteriori accertamenti per fare chiarezza sulle motivazioni che hanno portato il giovane ad essere licenziato.

La notizia del dramma si è sparsa sin da subito nella cittadina torinese, destando sconcerto tra i suoi abitanti. L'azienda in cui la vittima lavorava, come da decreti ministeriali anti Covid-19, rientrando in quelle attività non necessarie stava osservando un periodo di chiusura. Il giovane si era anche laureato in Lingue negli scorsi anni.

In zona attivati vari servizi di supporto psicologico

Secondo quanto riferisce il quotidiano La Stampa sulle sue pagine online, nella zona di Carmagnola, Moncalieri, Nichelino e Chieri, l'Asl locale ha attivato dei servizi di supporto psicologico per le persone più deboli. La pandemia di Covid-19 sta costringendo molte persone a cambiare drasticamente le loro abitudini passando la maggior parte del tempo in casa.

Questo periodo, soprattutto per chi è più debole, non è assolutamente facile. Il comune di Cirié, sempre in provincia di Torino, ha attivato sin dalle prime fasi emergenziali un servizio di questo tipo. "Ce l'abbiamo fatta - commenta il sindaco Loredana Devietti in merito a servizi non sanitari legati all'emergenza - ci siamo attivati subito, da quando abbiamo capito che sarebbero state molte le limitazioni alla nostra vita quotidiana e i disagi che i cittadini avrebbero avuto".