Il cronista Jacopo Iacoboni attaccato dal ministro della Difesa russo, Igor Konashenkov, per i suoi articoli sul quotidiano La Stampa. Nei suoi servizi il giornalista ha messo in discussione le intenzioni e la reale utilità degli aiuti russi inviati per l'emergenza coronavirus. Iacoboni si è concentrato sui 120 militari russi mandati in Italia e sulle forniture recapitate, definendo inutile l'80 per cento del materiale russo inviato per l'emergenza in atto da Covid-19, Iacoboni ha inoltre scritto che la maggior parte dei medici ed epidemiologi russi giunti in Italia è esperta di guerra biologica.
Iacoboni più volte ha avanzato rilievi nell'articolo del 1° aprile "Gli aiuti russi in Italia sul Coronavirus, il generale Kikot e i timori sull’intelligence militare in azione". Ma anche in un servizio del giorno seguente, 2 aprile, dal titolo "Tra i soldati russi con gli aiuti anche ufficiali dell’intelligence".
Inizialmente l'articolo aveva suscitato l'attenzione dell'ambasciatore russo Sergey Razov, che in una lettera del 26 marzo indirizzata al direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, ha replicato ad alcuni rilievi fatti da Iacoboni nei suoi articoli.
Giovedì 2 aprile è giunto poi il comunicato stampa dal ministero della Difesa di Mosca, del generale Igor Konashenkov. Il generale ha posto l'attenzione sul quotidiano che secondo lui sta screditando la missione dei russi mandati in aiuto agli italiani per l'emergenza Covid-19, nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e di opinione.
Ha accusato il quotidiano di russofobia, di propaganda antisovietica.. Il generale ha inoltre citato le azioni compiute dai russi in Italia al fianco degli italiani in questo momento di difficoltà: gli epidemiologi stanno eliminando l'infezione in 65 case di riposo. I medici militari stanno costruendo i reparti di terapia intensiva nel nuovo ospedale da campo di Bergamo.
E tutto è stato possibile grazie alla strumentazione russa definita inutile nel servizio di Iacoboni. La minaccia è arrivata alla fine del comunicato stampa e tramite un'antica massima latina "Chi scava la fossa, in essa precipita. Per essere più chiari: Bad penny always comes back" conclude il generale.
Indignazione della stampa
Il direttore Maurizio Molinari ha precisato che il quotidiano La Stampa ha definito amichevoli e solidali gli aiuti russi, come quelli offerti dagli altri Paesi, ma ha anche riportato dubbi e perplessità riguardo l'ipotesi di alcuni militari russi impegnati in missioni di intelligence. Ha descritto spiacevole e sorprendente la reazione del ministero della Difesa russo davanti alla libertà di informazione.
Il rischio del #diritto di #cronaca e l’incidente #Russia - #Italia per gli articoli su @LaStampa https://t.co/52fyeaOSYB via @LaStampa
— Maurizio Molinari (@Maumol) April 4, 2020
Allo stesso modo La Repubblica ha espresso vicinanza a Iacoboni e alla sua redazione e ha difeso il diritto della libertà stampa.
Reazioni in politica
Il sostegno per Iacoboni è arrivato anche dalla vicecommissaria della Commissione europea, Věra Jourová. La vicecommissaria ha difeso la libertà di parola con un tweet del 3 aprile in cui afferma "I media liberi ed indipendenti sono il DNA dell'Europa e delle nostre democrazie. Le minacce contro il giornalismo sono inaccettabili".
Solidarity with @jacopo_iacoboni and @LaStampa.
Free and independent media are the DNA of Europe and our democracies.
Threats against journalists are unacceptable.
See also joint statement @ItalyMFA and @MinisteroDifesa: https://t.co/Ef751NTYyb
— Věra Jourová (@VeraJourova) April 3, 2020
Disapprovazione nel mondo della Politica italiana in generale, fatta eccezioni per la Lega e FDI.
Molto criticato l'iniziale silenzio del governo italiano, che successivamente ha indetto un chiarimento tra Conte e Putin. Si è fatto sentire il ministero della Difesa ed Esteri mettendo in chiaro la gratitudine per gli interventi russi ma esprimendo ciò nonostante dissenso per le espressioni dal tono inappropriato del generale. Inoltre hanno ricordato l'importanza fondamentale in Italia della libertà di espressione, del diritto di critica, così come del diritto di replica.