Il 13 marzo scorso, il Primo Ministro inglese Boris Johnson ha dichiarato che il governo non prenderà misure drastiche di contenimento contro il coronavirus. L'obiettivo piuttosto è quello di far diffondere il virus lentamente, controllare i malati e far sviluppare l'immunità al patogeno in autonomia. "Questa è la peggior crisi sanitaria per una generazione" - ha affermato il ministro - "Verranno a mancare molte persone care."
Il Regno Unito è uno dei paesi meno colpiti dal contagio, almeno per il momento. Secondo i vertici sanitari nazionali, l'epidemia non esploderà prima di 14 settimane, onde per cui in questa fase nessuno vede una ragione coerente per sconvolgere la vita dei britannici.
Il Ministro ha così semplicemente raccomandato ai cittadini di "auto-isolarsi" per 7 giorni in caso di tosse persistente o febbre alta consigliando anche agli ultra 70enni di non uscire di casa, specie se già con patologie pregresse. Manifestazioni sportive cancellate, gite scolastiche sospese e pochissimo altro per uno Stato la cui attuale Politica viene giudicata irresponsabile da più di qualcuno.
This country will get through this epidemic, just as it has got through many tougher experiences before. pic.twitter.com/3KfFGyRWzA
— Boris Johnson (@BorisJohnson) March 13, 2020
Dietro questa decisione una scelta precisa
Il numero uno britannico ha sostenuto che il paese deve sviluppare una sorta di "immunità di gregge" con ciò intendendo che una parte della popolazione, il 60% circa, dovrebbe essere contagiata così da sviluppare l'immunità: questa strategia punta tutto sul fatto che i sintomi in molti casi non sono debilitanti, tutto sarebbe dunque sotto controllo:
stando alle parole del consigliere scientifico del governo Patrick Vallance l'intento sarebbe dunque quello di rallentare l'arrivo del picco epidemico, così da non sovraffollare gli ospedali, dopodiché bisognerebbe agire per far abbassare il numero dei contagiati con misure sempre più drastiche.
Il virus deve circolare, ma non troppo velocemente, in modo che gli anticorpi possano svilupparsi a dovere.
L'opinione della comunità pubblica è divisa: per alcuni Boris Johnson non ha colto la gravità della situazione, altri lo hanno lodato per non essersi piegato alla pressione del continente e non aver fermato la vita dei britannici.
Un grido d'allarme è però giunto da Richard Horton, direttore della famosa rivista scientifica The Lancet: "Abbiamo urgente bisogno di un aumento di capacità nella terapia intensiva" - afferma - "Il Servizio Sanitario Nazionale non è preparato a una situazione di dura realtà come quella che si presenta in Italia." Ma che cos'è la famosa immunità di gregge di cui parla Johnson?
L'immunità di gregge e la reazione italiana, l'immunologo Mantovani: 'Condotta da irresponsabili, l’Italia deve essere fiera delle sue scelte'
L'immunità di gregge, o immunità di gruppo, è una forma di protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l'immunità. Il governo d'oltre Manica sostiene che sia una buona idea anche per evitare diffusi focolai futuri, dal momento che alcuni presumono sia un'infezione che potrebbe tornare di anno in anno. La decisione del governo inglese però risulta sconcertante poiché di solito questo tipo di immunità si raggiunge con la diffusione del vaccino, non con un contagio diretto e pilotato.
A replicare al pensiero britannico ci ha pensato l'Italia per bocca dell'immunologo Mantovani, che ha rilasciato un'interessante intervista al Corriere della Sera: 'Ho un legame molto forte con la Gran Bretagna dove ho una cattedra e dove mio figlio vive con la sua famiglia. E' socialmente difficile accettare di avere vittime in famiglia - ha dichiarato il professor Mantovani - ma fa parte del loro modo di affrontare le sfide più difficili. Detto questo non ritengo sia pensabile costruire l’immunità della comunità lasciando correre il virus, è da incoscienti. Ammettiamo, in modo forse ottimistico, una mortalità del 2%. Su un milione di persone vuol dire 20 mila morti; su 10 milioni, 200 mila morti' ha sottolineato Mantovani, certo di come l'Italia abbia fatto la scelta giusta.
'L’immunità di comunità si costruisce in due modi: con il vaccino o in qualche misura in modo spontaneo ma non siamo nella stessa situazione con Sars-Cov 2 perché è un nemico ignoto' - ha proseguito Mantovani che ha poi concluso - 'Ho l’impressione che in generale nessuno in Europa abbia imparato la lezione della Lombardia, che è una delle aree più ricche d’Europa, con uno dei sistemi sanitari più all’avanguardia. Gli altri Paesi stanno sottovalutando la portata di questa epidemia'.