Si potrà andare in spiaggia quest'estate? E se sì, in che modo, una volta superato lo "tsunami" Coronavirus? Se lo stanno chiedendo tanti italiani che, dopo la lunga reclusione in casa, desiderano tornare a una vita normale, e con l'arrivo della bella stagione non vorrebbero rinunciare a qualche giorno di vacanza al mare.

La questione sta a cuore, ovviamente, anche agli operatori del settore, albergatori, ristoratori, titolari di strutture ricettive e stabilimenti che vorrebbero riuscire a salvare in qualche modo la stagione balneare. Le risposte degli esperti, al momento, non sono univoche né definitive: in questa fase, l'Italia non è ancora uscita dal lockdown.

Una delle questioni cruciali è quella relativa alle modalità di riapertura degli stabilimenti balneari.

Qualcuno sta già proponendo delle soluzioni per prevenire il contagio tra i bagnanti. La Nuova Neon Group 2, azienda modenese, ha progettato postazioni in spiaggia distanziate e dotate di divisori in plexiglass. Ma le associazioni di categoria della Riviera romagnola rifiutano l'idea.

In spiaggia dentro box in plexiglass

L'Italia non è ancora uscita dalla pandemia da coronavirus e dall'emergenza sanitaria. Dovrebbe accadere intorno ai primi di maggio, quando il governo dovrebbe varare la cosiddetta Fase 2. Poi, se tutto procederà come prevedono gli esperti, il virus potrebbe continuare a circolare anche in modo asintomatico, molti si dovrebbero immunizzare o sviluppare gli anticorpi.

In teoria, andare al mare non dovrebbe essere pericoloso: l'acqua e la sabbia non sono veicoli di trasmissione e le alte temperature renderebbero il virus labile. Ma non tutti gli esperti la pensano allo stesso modo, e c'è chi, come ad esempio il virologo Massimo Clementi, professore ordinario al San Raffaele di Milano, ritiene che bisognerà indossare la mascherina.

Intanto, un'azienda modenese ha diffuso on line un rendering, un'immagine digitale che mostra la soluzione proposta per affrontare in sicurezza quella che passerà alla storia come l'estate della pandemia da coronavirus. Nel bozzetto realizzato in computer grafica si vede uno stabilimento in versione aggiornata: ogni postazione con lettino e ombrelloni è in un box trasparente.

Ogni divisore in alluminio e plexiglass è di 4,5 metri per lato, con altezza di due metri e un ingresso di un metro e mezzo di ampiezza.

Il progetto punta a mettere i bagnanti in sicurezza, evitando la calca in spiaggia e rispettando il distanziamento sociale, sempre raccomandato dagli esperti. L'azienda ha dato la sua disponibilità a realizzare anche soluzioni meno restrittive come, ad esempio, dei pannelli separatori, sempre in plexiglass, per separare e distanziare gli ombrelloni.

Spiaggia anti-coronavirus, protestano gli operatori del settore

"Sparate estemporanee di qualcuno che vuole farsi pubblicità quando ora i problemi sono ben altri": gli operatori del settore, già molto tesi per la preoccupazione che la stagione balneare sia del tutto compromessa in partenza, hanno stroncato con forza il progetto.

Per Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud che riunisce la gran parte degli stabilimenti balneari della città romagnola, l'idea dei divisori in plexiglass è una follia. Vanni la ritiene improponibile non solo perché economicamente proibitiva: "A queste condizioni, non apriremmo proprio".

C'è anche un'impossibilità dettata dalle alte temperature estive: non si può pensare di chiudere una persona dentro un box di plexiglass sotto il sole rovente a 40 gradi. Questi cubicoli, secondo Vanni, non esporrebbero al rischio contagio, ma a disidratazione. E comunque, fino a quando non ci sarà un vaccino, la vacanza balneare difficilmente potrà partire, secondo il presidente della suddetta cooperativa.

Rincara la dose Simone Battistoni, presidente regionale del sindacato degli operatori balneari, secondo il quale una persona che fa una rapina va in carcere piuttosto che andare al mare dentro uno di quei box con muri di plexiglass. Per Battistoni, l'unica soluzione fattibile sarà distanziare maggiormente gli ombrelloni, così come i tavoli nei ristoranti.

Il problema, nella sola Emilia Romagna, interessa oltre 100 chilometri di costa della Riviera romagnola. Alla categoria sono arrivate anche altre proposte quali tunnel igienizzanti dove far passare i bagnanti, o erogatori lungo le pedane che spruzzino disinfettanti. Intanto, a Rimini i gestori di due stabilimenti balneari hanno cominciato a consegnare lettini a domicilio per propiziare l'avvio della stagione balneare.

Spiaggia, soluzioni allo studio del governo

Allo studio del governo, in collaborazione con il comitato tecnico-scientifico, una serie di norme che prevedano l'ipotesi di un distanziamento in spiaggia. "Andremo al mare", assicura il sottosegretario ai Beni culturali Lorenza Bonaccorsi. Ma con accorgimenti: si ipotizzano soluzioni quali ombrelloni a tre metri di distanza, pareti in plexiglass, l'uso di mascherine, dispenser di disinfettante negli stabilimenti trasformati in presidi socio-sanitari.

Per ora, oltre l'Emilia Romagna, regioni quali Liguria, Veneto e Abruzzo hanno autorizzato l'avvio di lavori di manutenzione negli stabilimenti balneari, non così la Toscana. Ma Assoturismo Confesercenti ritiene già compromessa la stagione estiva: complessivamente, mancheranno all'appello 25 milioni di stranieri in Italia. Finora sarebbero già andati in fumo 40 miliardi di introiti.