Nel mondo, molte donne, soprattutto migranti, sono le principali categorie di persone a risultare vittime di abusi domestici e, a seguito della quarantena imposta in molti stati, stanno subendo il peso maggiore nella crisi del Coronavirus. Esse risultano infatti bloccate in casa senza alcuna sicurezza, impossibilitate a ricevere aiuti psicologici e cure sanitarie.

Le statistiche inglesi

Secondo il The Independent, il problema sarebbe più grave del previsto, soprattutto in Gran Bretagna. I servizi statali sugli abusi domestici e le principali organizzazioni per i diritti umani, tramite una lunga lettera hanno esortato il Segretario di stato a introdurre misure di emergenza per aiutare le donne migranti, costrette ad autoisolarsi con i loro violentatori.

Gli avvertimenti sono arrivati subito dopo la consultazione dei primi dati statistici da parte delle forze dell'ordine, le quali hanno riferito nei giorni scorsi che dall'inizio dell'epidemia è aumentato il numero degli episodi di abuso domestico direttamente collegati alla crisi del Coronavirus, fatto confermato anche dalla stessa linea di assistenza nazionale sugli abusi domestici, che in questi giorni ha ricevuto più chiamate del solito.

Per tale motivo, la lettera firmata da Amnesty International UK e dal servizio di tutela dei diritti delle donne latinoamericane, afferma che i rifugi e i servizi di consulenza per le vittime di abusi domestici sono a piena capacità e stanno per crollare, lasciando migliaia di persone indifese al loro destino.

Gli attivisti, che hanno sollevato enormi preoccupazioni per le misure di quarantena imposte dal governo di Boris Johnson hanno avvertito che le donne che hanno uno status incerto sarebbero quelle a più grave rischio, a causa del divieto di sicurezza e sostegno statale, di cui hanno un disperato bisogno. Tali categorie non avrebbero accesso a fondi pubblici, sono impossibilitate a chiedere aiuto alle autorità, il che significa che gli viene negato il sostegno per lasciare i loro partner e rifiutata la richiesta di un rifugio sicuro.

Si stima che quattro donne migranti su cinque siano bloccate in questo stallo burocratico, oltre ad essere troppo spaventate per accedere al servizio sanitario nazionale al fine di ricevere cure adeguate.

La situazione in Italia e YouPol

In Italia la situazione non è affatto diversa dalla Gran Bretagna, in cui è prevista una quarantena ai massimi livelli di sicurezza.

Per questo, la polizia di stato ha messo a punto un'applicazione dedicata proprio alle categorie più soggette a abusi domestici, chiamata YouPol. L'app è disponibile su tutti i sistemi operativi degli smartphone ed era inizialmente ideata per combattere il bullismo e lo spaccio di droga nelle scuole. Secondo La Stampa, essa consente la possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini alle forze dell'ordine e, tramite la geolocalizzazione, è possibile essere subito rintracciati. Si può inoltre modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti e chiamare direttamente il NUE oppure la sala operativa 113 della questura più vicina, che potrà controllare velocemente con pochi click la situazione domestica già precedentemente segnalata.

Per chi non vuole registrarsi e dunque fornire i propri dati personali, c'è inoltre la possibilità di segnalare in forma anonima gli abusi.

Si tratta di un piccolo passo verso la tutela in forma cibernetica di tutte le categorie minoritarie indifese che soprattutto in questo periodo di enorme incertezza e di crisi nazionale può salvare molte più vite di quel che si possa immaginare.