La Conferenza Episcopale Italiana e il Ministero dell'Interno hanno trovato un accordo di massima in vista della ripresa della celebrazione delle messe alla presenza dei fedeli, sospese dal 9 marzo in seguito all'emergenza sanitaria. Per il momento è stato stilato un primo protocollo che andrà comunque rivisto e aggiornato nelle prossime settimane.

Nel frattempo, anche per la Chiesa è iniziata la cosiddetta Fase 2, poiché da oggi 4 maggio è consentita la celebrazione dei funerali con la presenza massima di 15 persone, mentre non è stato dato il via libera ai cortei funebri al termine della funzione.

Stando a quanto riportato dall'Ansa, sembra che le messe possano riaprire al pubblico per la fine di maggio, ovvero tra il 24 e il 31, anche se al momento non si tratta di date ufficiali.

Gualtiero Bassetti: 'Ci siamo mossi in un'ottica di responsabilità'

Dopo le incomprensioni dei giorni scorsi, Cei e Viminale hanno ripreso a lavorare in piena sinergia per trovare un accordo sulla ripartenza delle cerimonie religiose in pubblico. In una nota ufficiale, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha chiarito che la Chiesa non intende esporre i propri fedeli ad alcun rischio per la salute e per questo motivo si è mossa sempre pervasa da un grande senso di responsabilità.

Intanto è stato redatto un primo vademecum contenente le regole da rispettare nel momento in cui si potrà prendere parte di nuovo alle messe. Tra queste, vi è il divieto di stringersi le mani per lo scambio della pace, la distribuzione dell'eucaristia sarà gestita dal sacerdote che si avvicinerà personalmente ad ogni credente, mentre le acquasantiere resteranno vuote.

Verrà garantito il distanziamento sociale tenendo i banchi lontani più di un metro l'uno dall'altro, i pavimenti saranno sottoposti a sanificazione e i fedeli verranno accolti da un parrocchiano che si occuperà della gestione della sicurezza. Invece è stata scartata l'ipotesi di ricorrere ad un termoscanner per misurare la temperatura all'ingresso, mentre è stato confermato l'obbligo di indossare guanti e mascherina durante la funzione religiosa.

Si segue la linea della prudenza

La parola d'ordine in questa fase, dunque, resta "prudenza". Il cardinale Bassetti nel comunicato diramato in queste ore ha voluto ringraziare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell'Interno per lo sforzo profuso in questi giorni affinché si trovasse una soluzione valida e sicura per consentire ai fedeli di tornare fisicamente in chiesa.

L'arcivescovo di Perugia ha sottolineato che tutto il mondo ecclesiastico ha condiviso "con sofferenza" le limitazioni che sono state introdotte per la tutela della salute. Al contempo, pero, si è augurato che stia per iniziare "una rinascita per l'intero Paese". Ha ricordato che la Chiesa continuerà ad essere accanto ai cittadini italiani come dimostrato fino ad ora dalle numerose iniziative e opere di carità approntate da varie Diocesi e parrocchie.

I vescovi sardi, proprio nel rispetto della prudenza da adottare in questa fase delicata di ripartenza, hanno preso le distanze dall'ordinanza emanata dal Governatore della Sardegna, Solinas, con la quale ha dato il via libera alla celebrazione delle messe alla presenza dei fedeli. I presuli hanno chiarito che prossimamente leggeranno e valuteranno il provvedimento, sottolineando però di non essere stati affatto consultati, e ribadendo che "decisioni di questo tipo competono unicamente all'Autorità ecclesiastica".