Il tribunale di Ragusa ha condannato a nove anni di reclusione Rosario Greco, pregiudicato di 38 anni. A Vittoria, la sera dell'11 luglio 2019, Greco, alla guida di un Suv, dopo aver bevuto e assunto cocaina, travolse e uccise in una stretta via del centro, Alessio di 11 e Simone D'Antonio di 12 anni. I due cuginetti uccisi erano inseparabili e stavano giocando sulla porta di casa. La vicenda che scosse l'Italia, torna in primo piano: come altri casi giudiziari, le aspettative di giustizia dei parenti delle vittime sono andate deluse. "È una vergogna, una sentenza assurda", sono stati i commenti a caldo dei genitori di Alessio e Simone.

Cuginetti uccisi, la sentenza

Il processo si è svolto con rito abbreviato. Un'opzione prevista dal codice di procedura penale, di cui si può avvalere l'imputato, e che gli garantisce un considerevole sconto di pena: fino ad un terzo, nel caso abbia commesso un delitto. Per questa ragione, l'accusa aveva chiesto per Greco 10 anni di reclusione, massima pena prevista con il giudizio abbreviato. Dopo tre ore di camera di consiglio, ieri, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato, ha emesso il verdetto.

Al momento della lettura della sentenza, l'imputato non era presente in aula, mentre c'erano i genitori ed altri parenti dei due bambini atrocemente uccisi. Il gup, era partito da un'ipotesi di condanna di 13 anni e sei mesi, per poi arrivare a condannare Greco alla pena di nove anni di reclusione per duplice omicidio stradale, aggravato dall'alterazione psicofisica: quando travolse e uccise i due bambini, il pregiudicato guidava sotto effetto di alcol e droga.

Il comune di Vittoria aveva chiesto che fosse contestato l'omicidio volontario con dolo, mentre i genitori e i parenti dei bambini, avevano prodotto e depositato memorie. All'epoca dei fatti, a Greco era stato confiscato il Suv. Lo stesso comune, si era poi costituito parte civile: per il risarcimento, sarà necessario un procedimento civile.

Greco sopraggiunse a forte velocità in via IV Aprile, strada stretta del centro di Ragusa, e falcidiò i bambini che stavano giocando all'aperto, seduti all'ingresso di un'abitazione di un vicino. Al momento dell'impatto, il pregiudicato, figlio di un esponente della criminalità locale, era in auto con tre persone, tra cui un altro pregiudicato, figlio di un altro boss.

Greco, dopo aver travolto i cuginetti, scappò senza prestare loro soccorso. Alessio morì la sera stessa dei fatti. Simone, proprio nel giorno del funerale del cugino, nonostante l'estremo tentativo dei medici di salvargli la vita.

I genitori: 'I nostri figli ammazzati per la seconda volta'

All'uscita dell'aula giudiziaria, i familiari dei due cuginetti hanno espresso la loro profonda amarezza e delusione. Alessandro e Lucia, genitori di Alessio, non hanno trattenuto le lacrime.

"I ministri si devono svegliare", ha detto Alessandro. Rammarico e rabbia, sono stati espressi anche da Toni e Valentina D'Antonio, genitori di Alessio. "Due bambini massacrati, uccisi e una condanna a nove anni. È una vergogna, mi vergogno d'essere italiana", ha detto Valentina.

"Quattro anni e mezzo a bambino, e lui fra un po' uscirà dal carcere. Nove anni sono pochi", ha aggiunto suo marito Toni. I genitori hanno detto che ieri i loro figli sono stati ammazzati per la seconda volta, e anche loro sono stati uccisi di nuovo. Valentina, mamma di Simone, ha riferito che mentre loro non hanno potuto beneficiare di alcuno sconto di pena e, anzi, devono scontare una condanna a vita perché i loro figli non glieli restituirà nessuno, il pregiudicato può iniziare a fare il conto alla rovescia perché la legge è dalla sua parte.

La richiesta dei genitori, riaprire il caso

Dopo la tragedia, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, era andato a trovare i genitori dei cuginetti uccisi promettendo d'impegnarsi per cambiare le norme che ammettono sentenze del genere.

Ad oggi, i genitori dunque chiedono che sia rivisto il caso e sia fatta giustizia. Contestano il rito abbreviato per il duplice omicidio, ma anche che Greco sia stato condannato per omicidio stradale, e che il giudice gli abbia fatto un ulteriore sconto rispetto alla richiesta del pm.

Come ha chiarito il loro legale, Daniele Scrofani, si è trattata di "una strage compiuta con prepotenza". L'avvocato ha precisato che non c'è stato uno scontro tra auto, ma un missile è piombato in casa delle vittime. Il legale ha riferito che molti politici arrivati a Vittoria dopo la tragedia, avevano promesso alle famiglie che sarebbe stata modificata la normativa e che la nuova legge sarebbe stata intitolata alla memoria dei cuginetti uccisi. "Per avere ulteriormente fiducia nella Giustizia e nella legge, ormai persa del tutto, basterebbe riaprire il caso e riammettere la pena di 18 anni", ha detto Alessandro D'Antonio.