Giallo a Genoni, piccolo comune del Sarcidano (nella provincia del Sud Sardegna). Nella notte tra sabato 9 maggio e domenica 10 maggio un agricoltore incensurato 36enne, Gianfranco Melis, è stato trovato morto nella piccola azienda agricola di famiglia. L'uomo, descritto da tutti come una "brava persona" - come ipotizzato nelle pagine di Cronaca Nera dell'Unione Sarda - potrebbe aver visto qualcosa che non doveva. Pochi mesi fa, sempre a Genoni, è stato ucciso Roberto Vinci, 48 anni.

Gianfranco Melis ucciso da due colpi di fucile

Come sua abitudine, sabato sera, Gianfranco Melis, ha raggiunto la sua azienda di famiglia in in località “Putzu Nigola”, nelle campagne di Genoni, per accudire i suoi animali.

L'uomo, però, non è più rientrato a casa e, l'indomani, il padre ottantenne, preoccupato, si è recato all'ovile per cercarlo.

L'anziano ha dato subito l'allarme e, sul posto, sono arrivati i carabinieri per i primi rilievi. Il medico legale Roberto Demontis che, nella giornata di ieri ha eseguito l'autopsia presso il Policlinico di Monserrato, ha precisato che Gianfranco è stato ucciso da due colpi di fucile a pallettoni: uno l'ha raggiunto al petto, l'altro al basso ventre.

Le indagini sull'omicidio di Gianfranco Melis

Sull'omicidio di Gianfranco Melis il sostituto procuratore Nicola Giua Marassi della Procura della Repubblica di Cagliari ha aperto un'inchiesta. Al momento stanno indagando i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile coadiuvati dai colleghi radiomobile della Compagnia di Isili e dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Nuoro.

Gli accertamenti tecnici specifici, invece, sono stati affidati ai Ris di Cagliari e, i primi esiti, sono attesi per le prossime ore.

Per il momento, ancora non si è ricostruito il movente del delitto e nessuna pista è stata esclusa. In paese, chi conosceva Melis, però ha una certezza: Gianfranco era un gran lavoratore, un ragazzo buono, riservato e non dava fastidio a nessuno.

Forse, allora, si è trovato testimone involontario di un "qualcosa di sconveniente". Per questo motivo, gli inquirenti, nelle scorse ore, hanno ascoltato nuovamente familiari ed amici e stanno passando al setaccio la vita dell'allevatore.

Secondo i rilievi svolti, al momento, sembra sostenibile l’ipotesi che l’aggressore fosse a conoscenza degli orari e delle abitudini di Gianfranco.

Melis, infatti, dopo aver accudito gli animali era solito trattenersi in azienda e dedicarsi ai lavori artigianali. I rumori degli attrezzi utilizzati, forse, potrebbero aver permesso al (o ai) killer di sorprendere il 36enne alle spalle e colpirlo a pochi metri di distanza.