Il mondo del calcio piange Andrea Rinaldi. Il centrocampista 19enne è deceduto oggi, lunedì 11 maggio. Pochi giorni fa era stato colpito da un aneurisma mentre si allenava nella sua casa in provincia di Como. Il giovane era cresciuto nel vivaio dell'Atalanta e proprio "Il Papu", il capitano della squadra orobica, in queste ore ha valuto salutarlo e ricordarlo.

Andrea Rinaldi non ce l'ha fatta

Andrea Rinaldi non ce l'ha fatta: dopo aver lottato tra la vita e la morte per tre giorni, stamattina è deceduto. Il giovane - che avrebbe dovuto compiere 20 anni il prossimo 23 giugno - era stato ricoverato in rianimazione all'Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi nel tardo pomeriggio di venerdì 8 maggio.

Secondo quanto ricostruito, mentre si stava allenando da solo nella sua abitazione di Cermenate, comune della Brianza comasca, è stato colpito da un aneurisma cerebrale. I genitori che erano in casa con lui hanno subito allertato i soccorsi, ma nonostante il tempestivo intervento dell'ambulanza, Andrea non si è più ripreso.

La città orobica, in questi giorni, aveva seguito con grande apprensione le sorti di Andrea Rinaldi. Il giovane, infatti, era cresciuto nel vivaio dell'Atalanta. Appena 13enne, dopo una stagione con il Monza, era approdato al Centro Sportivo "Bortolotti" di Zingonia.18enne, poi, era stato chiamato in Serie C dall'Imolese e, a malincuore, aveva lasciato i compagni di squadra e l'allenatore Massimo Brambilla che lo aveva "traghettato" dagli Allievi (Under 17) alla Primavera.

Papu Gomez ricorda Andrea Rinaldi

Il Capitano dell'Atalanta Papu Gomez, (pseudonimo di Alejandro Darí Gómez) ha voluto dedicargli un pensiero speciale. Il giocatore argentino, dalla sua pagina Instagram lo ha salutato così: "Riposa in pace piccolo campione".

Giovanni Cusatis, allenatore del Legnano (squadra di serie D in cui militava) ha dichiarato al quotidiano "Provincia di Como": "Ci siamo sentiti qualche giorno fa, come d'abitudine chiamo tutti i ragazzi una volta a settimana, in questo periodo, per sentire come stanno".

Quindi, incredulo per quanto accaduto, ha aggiunto: "Abbiamo scherzato e abbiamo avuto una chiacchierata generale, come si fa tra atleta e allenatore. Non mi ha accennato a nessun tipo di problema, era sorridente".

Sconvolto anche Marco Montesarchio, il suo procuratore. Su Facebook ha voluto ricordare il loro primo incontro, organizzato dal padre del giovane.

"Bastò poco per capire che condividevamo gli stessi principi per poter iniziare a lavorare insieme. Il procuratore ha poi proseguito: "Sono stato davvero fortunato ad averti conosciuto e sono contento che le nostre strade si siano incrociate anche se per così poco tempo".