Il caso Silvia Romano, seppur sgonfiatosi mediaticamente dopo giorni di durissima polemica Politica, continua ad impegnare gli inquirenti italiani che stanno cercando di capire come si siano svolte le fasi del suo sequestro in Kenya. Le attenzioni di magistrati romani e forze dell’ordine sono concentrate sull’operato della Onlus Africa Milele per la quale Silvia operava nel villaggio di Chakama. Secondo una dettagliata ricostruzione fornita da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, i responsabili dell’organizzazione umanitaria rischierebbero ora l’accusa di favoreggiamento nei confronti dei rapitori, a causa delle carenti misure di sicurezza adottate.

Sospetti anche su un uomo di origine masai, marito della titolare della Onlus Lilian Sora, che avrebbe dovuto proteggere Silvia Romano.

L’accusa dei genitori di Silvia Romano: ‘Nostra figlia lasciata sola’

“Nostra figlia è stata lasciata sola”. È questa la pesante accusa formulata dai genitori di Silvia Romano che avrebbe indotto gli inquirenti italiani ad indagare più a fondo sul ruolo svolto dalla Onlus Africa Milele e sulle presunte carenze sulla sicurezza, non garantita affatto alla ragazza mentre si trovava in Kenya in missione umanitaria. I carabinieri del Ros avrebbero già cercato riscontri nella sede dell’associazione sulla documentazione relativa alla sua missione in Africa, anche se al momento non è stato chiarito l’esito della perquisizione.

Silvia Romano: ‘Sono stata abbandonata’

La stessa Silvia Romano, poi, avrebbe confermato durante il suo interrogatorio di essere rimasta sola nel villaggio di Chakama, senza alcuna misura di sicurezza. Rivelazione che ha indotto gli inquirenti a scavare a fondo per cercare di capire se il suo sequestro potesse essere evitato.

A rischiare dunque di finire sotto indagine per il reato di favoreggiamento dei rapitori di Silvia sarebbero ora la fondatrice di Africa Milele, Lilian Sora, e i suoi collaboratori. Tra questi, anche un uomo di origine masai, di nome Joseph, divenuto marito della Sora, che avrebbe dovuto occuparsi della sicurezza della ragazza.

I dubbi sul ruolo del masai marito della fondatrice di Africa Milele

La circostanza che il masai fosse addetto alla sicurezza di Silvia Romano in Kenya è stata appurata dai carabinieri all’inizio del 2019. L’uomo era divenuto marito di Lilian Sora dopo che la donna, giunta in Africa nel 2000 per una vacanza con il marito italiano, aveva deciso di trasferirsi lì per fondare un orfanotrofio. Inspiegabile anche il fatto che, secondo il racconto fornito da Silvia, il masai non mosse un dito quando due uomini vennero a cercarla proprio pochi giorni prima del suo rapimento. Da questi elementi emerge dunque il sospetto degli investigatori che Silvia Romano possa essere stata tradita o, addirittura, venduta da qualcuno.