Mentre in tutta Italia la curva dei contagi continua a calare, in meno di dieci giorni, nella Capitale sono stati riscontrati due focolai, l'uno a otto chilometri dall'altro. Nella zona Ovest della città, c'è l'Istituto di ricovero e cura San Raffaele Pisana: un 'cluster' emerso a inizio giugno che ha generato 109 contagi e cinque vittime, provocando altri casi in diverse aree, come la Guidonia (zona Est di Roma) e le città di Rieti e Latina. Due giorni fa, si sono verificati altri due casi di contagio collegati a questo focolaio, riguardanti due tecnici della Rai di Saxa Rumbra; è partita nel centro un'indagine epidemiologica con l'esecuzione, nell'immediato di 70 test.

Nella zona Est di Roma, invece si è acceso, improvvisamente, un nuovo focolaio in un edificio di Piazza Attilio Pecile a Garbatella, uno stabile occupato sette anni fa da 45 famiglie.

Il caso della Garbatella

Si tratta di un palazzo in mattoni rossi che un tempo ospitava la Asl, mentre adesso contiene poco più di 100 persone di diverse nazionalità che hanno cercato faticosamente di integrarsi nel tessuto sociale del quartiere e ora rischiano di essere guardati con sospetto per via dell'infezione. Nella mattinata del 12 giugno, le ambulanze hanno cominciato a fare su e giù nella Garbatella e la polizia ha delimitato il perimetro dell'edificio; nessuno può uscire o entrare nel palazzo, tranne il personale Asl: la vita qui si "congela" ed è subito quarantena.

Tutto è cominciato da una donna peruviana che lavorava come badante per una famiglia italiana ed è risultata positiva al Covid-19, insieme al marito e ai due figli. La donna è stata ricoverata con i suoi piccoli all'ospedale pediatrico Bambin Gesù, mentre suo marito è stato portato al Columbus. Nel palazzo 107 persone si sono sottoposte al tampone e in serata molte di loro sono state trasferite in strutture alberghiere, al fine di consentire il distanziamento sociale all'interno dell'edificio (che ha anche i bagni in comune).

Dopo le 19 il focolaio viene dichiarato spento

Tuttavia in serata il 'cluster' è stato chiuso, con un bilancio di nove positivi al Coronavirus. "Non ci sono altri casi di contagio all'interno dell'edificio - ha dichiarato l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato - sono stati eseguiti i test a tutti gli abitanti della struttura e i positivi, tutti di origine peruviana, sono stati trasferiti.

La situazione all'interno del quartiere non desta motivi di preoccupazione. E abbiamo ricostruito i contatti stretti".

Per il momento, è il focolaio al San Raffaele a preoccupare di più. In merito, lo stesso D'Amato ha spiegato: "È tutto sotto controllo. Questa è la dimostrazione che il virus continua a diffondersi e che non possiamo abbassare la guardia, specialmente nelle strutture sanitarie. Roma è la più grande città d'Italia e, statisticamente rientra nell'ordine delle cose la probabilità di rincontrare il virus".