L'ex prete Paolo Glaentzer è stato condannato lo scorso martedì dalla Corte d'Appello di Firenze a due anni, due mesi e 20 giorni di reclusione per abusi su una bambina di dieci anni. La sentenza ha suscitato polemiche e continuerà a far discutere perché ha dimezzato la pena che gli era stata inflitta in primo grado. Paolo Glaentzer è oggi ridotto allo stato laicale.

Don Glaentzer, la sentenza di secondo grado

Paolo Glaentzer, ex parroco di San Rufignano a Sommaia di Calenzano, in provincia di Firenze, è stato nuovamente condannato dai giudici di secondo grado, ma la pena gli è stata dimezzata.

La sentenza, emessa dalla II Sezione d’Appello di Firenze, presieduta da Maria Teresa Scinicariello, ha condannato l'ex prete, oggi 72enne, in forma attenuata rispetto al verdetto di primo grado.

Il 5 marzo di un anno fa il gup del tribunale di Prato, infatti, l'aveva condannato a quattro anni e quattro mesi. Il processo si era svolto con rito abbreviato e già Glaentzer aveva beneficiato dello sconto di un terzo della pena. La Corte d'Appello, ora, ha riconosciuto all'imputato le attenuanti generiche, prevalenti sull'aggravante di aver commesso il fatto nell’esercizio delle funzioni di ministro di culto. I giudici di secondo grado hanno confermato la provvisionale di 50mila euro a favore della bambina, ampliando il risarcimento civilistico: ai genitori, esclusi in primo grado, è stata riconosciuta una provvisionale di 2.500 euro ciascuno.

Ai genitori è stata tolta la potestà della minore che vive in una struttura protetta. L'avvocato Olivia Nati che, nominata dal curatore speciale, ha difeso la bambina, ha commentato la sentenza manifestando insoddisfazione per la condanna ritenuta troppo lieve: “Non è parametrata alla gravità dei fatti e alla veste dell'imputato.

Si tratta di una pena non congrua. Come parte civile devo anche esprimere soddisfazione rispetto alla conferma dei risultati economici conseguiti in primo grado in favore della minore, e disappunto per non aver avuto la possibilità di discutere la posizione dei genitori. Ora aspettiamo che il tribunale dei Minori concluda il procedimento di revoca della potestà genitoriale”.

L'ex sacerdote, difeso dall'avvocato Salvatore Bottiglieri, non ha commentato la sentenza. Arcidiocesi di Firenze e Comune di Calenzano, secondo quanto ha già stabilito il tribunale di Prato, potranno fare richiesta a loro volta di risarcimento in sede civile. La procura dovrà valutare se ricorrere in Cassazione.

Arresto ed autodifesa dell'ex prete

Il prete fu arrestato in flagranza di reato il 23 luglio 2018. Era stato sorpreso in auto in un parcheggio di Calenzano da un passante: era in atteggiamenti intimi con la bambina che avrebbe dovuto accompagnare a casa. Il passante aprì lo sportello dell'auto e fece allontanare la minore. Paolo Glaentzer rischiò il linciaggio da parte di alcuni residenti inferociti e, per evitare il peggio, i carabinieri dovettero portarlo via alla svelta.

La vicenda sconvolse la comunità tra Prato e Firenze. L'uomo fu posto agli arresti domiciliari. Interrogato dalla procura di Prato, confessò di essersi appartato in auto con la bambina che era seguita dagli assistenti sociali, più di una volta durante il tragitto tra la parrocchia e la casa della figlia di parrocchiani a cui avrebbe dovuto dare supporto, anche morale, per la situazione disagiata della famiglia.

Per cercare di discolparsi, disse di aver inteso il rapporto con la piccola come una 'relazione affettiva', che sarebbe stata sempre lei a prendere l'iniziativa, che era convinto che la bambina fosse più grande e che "il diavolo gli avrebbe fatto uno sgambetto". L'inchiesta appurò che l'ex sacerdote conosceva la minore dalla tenera età e frequentava regolarmente la casa dei genitori aiutati qualche volta economicamente.

A conclusione delle indagini la vittima, con altri fratelli, anche loro minorenni, fu collocata dai servizi sociali in una casa protetta dove vive tuttora.

Don Glaentzer, la vicenda ecclesiastica

Dopo l'arresto, il sacerdote fu sospeso in forma cautelativa dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, dall’esercizio del ministero pastorale. La curia, con una nota, prese le distanze da Glaentzer: “Alla diocesi di Firenze non erano mai arrivate informazioni o segnali che potessero lasciare intuire condotte deplorevoli, né tanto meno comportamenti penalmente rilevanti". La curia precisò anche che don Paolo Glaentzer era ospite della diocesi e non faceva parte del clero fiorentino.

Lo scorso febbraio, infine, Glaentzer è stato dimesso dallo stato clericale da papa Francesco. La decisione da parte della Santa Sede è arrivata quasi un anno dopo la prima condanna. A questo punto, dimezzata la pena, l'uomo l'ha già in gran parte scontata ai domiciliari.