Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore condannato a 20 anni di carcere per aver ucciso la moglie Melania Rea, da settembre potrà uscire dal carcere di Bollate per frequentare in presenza le lezioni all'università. L'uomo, che è iscritto alla facoltà di giurisprudenza, ha avviato le pratiche che gli permetteranno di lasciare la struttura penitenziaria per motivi di studio. Parolisi avrebbe potuto godere di tale misura già lo scorso marzo, ma poi nulla è stato fatto a causa dell'emergenza sanitaria legata al diffondersi del Covid-19.

A dare per primo la notizia è il giornalista Gian Pietro Fiore

Il primo a diffondere la notizia è stato il giornalista Gian Pietro Fiore, attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook: "La notizia è stata confermata dallo stesso Parolisi, che nei giorni scorsi ha confermato di aver avviato le pratiche che gli permetteranno di uscire dal carcere. Dunque non è più una indiscrezione, ma una conferma. L'ex caporalmaggiore dell'Esercito, condannato in via definitiva nel 2011 per aver ucciso la moglie Melania Rea, potrà uscire dal carcere dopo appena nove anni, grazie ai permessi per la formazione universitaria". La morte di Melania Rea è avvenuta il 18 aprile del 2011, dopo essere stata aggredita e accoltellata per 35 volte.

Parolisi non ha mai confessato l'omicidio

Nonostante la condanna definitiva, Salvatore Parolisi non ha mai confessato l'omicidio della moglie. Il suo desiderio di laurearsi in giurisprudenza arriva, secondo quanto raccontato dall'uomo proprio dal desiderio di fare giustizia per la moglie. Una volta uscito definitivamente dal carcere, infatti, Parolisi ha espresso la volontà di trovare l'assassino della moglie.

La famiglia di Melania aveva, nelle scorse settimane, manifestato la sua indignazione all'idea che il marito della figlia avesse potuto godere di permessi premio. In particolare era stato il fratello di Melania a esporre la loro contrarietà: "Salvatore Parolisi avrà una seconda opportunità per rifarsi una vita. Melania, questa occasione, non la potrà mai più avere e non la potrà più avere neanche la figlia Vittoria, condannata per sempre a una vita senza la madre e il padre".

L'ex caporalmaggiore, in seguito alla condanna, ha infatti perso la potestà genitoriale sulla piccola Vittoria, che il tribunale ha affidato ai nonni materni. All'epoca dell'omicidio, aveva soli 18 mesi. Secondo quanto stabilito nella condanna, il movente dell'omicidio fu la volontà di Parolisi di rifarsi una vita senza dover incorrere nelle conseguenze economiche e legali di una separazione. Inoltre, avrebbe temuto anche per la sua carriera militare: l'uomo, come appurato dall'indagine, aveva infatti una relazione extraconiugale con una soldatessa di 26 anni, sua allieva. Melania ne era al corrente e per questo temeva che potesse rivelarlo.