Salvatore Parolisi potrebbe godere presto di permessi premio. L'ex caporalmaggiore dell'esercito, oggi 40enne, è stato condannato a 20 anni di reclusione per il delitto della moglie Melania Rea (29 anni all'epoca dei fatti). Finora, Parolisi ha scontato quasi metà della pena e, come previsto dall'ordinamento italiano, potrebbe beneficiare di misure di reinserimento sociale per buona condotta. Il fratello della donna, Michele, preoccupato per la nipotina Vittoria, ha accolto con indignazione la notizia. Furioso ha commentato: "Non vedrà la figlia".

Il fratello di Melania Rea: 'Salvatore non vedrà la figlia'

Il 19 luglio 2011, l'ex militare del 235° Reggimento Piceno Salvatore Parolisi, è stato arrestato per l'omicidio della moglie Melania Rea. La donna, esattamente tre mesi prima - il 20 aprile - era stata rivenuta senza vita nella pineta di Ripe di Civitella, nel cuore del parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Dopo nove anni di carcere, grazie alla buona condotta, l'ex caporalmaggiore potrebbe ottenere permessi premio.

Come puntualizzato dal Messaggero, i legali di Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, non avrebbero ancora presentato domanda al magistrato di sorveglianza. Tuttavia, Michele Rea, fratello di Melania, ha commentato che chiunque, dopo anni di carcere, farebbe richiesta di permessi premio.

L'uomo, però, nonostante tutto, si augura con tutto il cuore che il giudice non conceda nulla a Salvatore. "La giustizia - ha infatti sottolineato - ha dei vuoti che andrebbero colmati". "Non è ammissibile - ha continuato - che si possa togliere la vita ad una persona con tanta ferocia e, dopo poco tempo, tornare a condurre una vita quasi normale".

Dalla morte della sorella, Michele ha cresciuto con il sostegno dei genitori la figlia di Melania, Vittoria (che all'epoca dei fatti aveva solamente 18 mesi). L'uomo non crede che l'ex cognato sia cambiato e, per questo, non ha intenzione di fargli vedere la piccola "Per mia nipote - ha spiegato - noi ci siamo sempre stati e per sempre ci saremo".

Per Vittoria, però, come ha sottolineato, non è facile affrontare tutto questo. Al momento, infatti, non sa ancora tutta la verità. Tuttavia, i pezzi della sua vita, col tempo, arriveranno anche grazie al sostegno psicologico. "L'ergastolo - ha concluso Michele - lo abbiamo preso noi e non lui. Nessuno ci restituirà Melania e adesso, dopo nove anni, rischiamo di vederlo già fuori".

Il delitto avvenuto nel 2011

Il brutale omicidio di Melania Rea è considerato uno dei casi di Cronaca Nera più agghiaccianti degli ultimi decenni. La donna, originaria della provincia di Napoli, scomparve, durante una gita in famiglia, il 18 aprile 2011, sul pianoro di Colle San Marco (a due passi da Ascoli Piceno).

Salvatore Parolisi, quando sporse denuncia di comparsa, spiegò che la moglie, ad un certo punto del pomeriggio, si allontanò dicendo che aveva bisogno di un bagno. Nessuno, da quel momento, la rivide più. La giovane mamma fu ritrovata senza vita due giorni più tardi, in un'area boschiva a Ripe di Civitella (ad una decina di km dal luogo della scomparsa). Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna venne aggredita alle spalle e colpita con 35 fendenti.

L'ex caporalmaggiore di origine campane si è sempre dichiarato innocente. Tuttavia, per la giustizia italiana è lui l'assassino di Melania. Parolisi, in primo grado, è stato condannato all'ergastolo. In appello, però, la pena è stata ridotta a vent'anni di reclusione (la Suprema Corte, nel 2015, aveva infatti escluso l’aggravante della crudeltà). Quindi l'ex militare, attualmente detenuto nel carcere milanese d Bollate, ha scontato metà della pena e, per la legge, ha il diritto di chiedere, ed ottenere, permessi premio.