Un bambino di 11 anni è stato maltrattato per diverso tempo dai genitori, i quali lo tenevano segregato in casa per poi uscire a divertirsi. I fatti risalgono a circa un anno fa e hanno avuto luogo ad Arzachena, in provincia di Sassari. Solo adesso arriva la sentenza di condanna: i genitori del piccolo, insieme ad una zia, sono stati condannati dal Tribunale di Tempio a otto anni con l’accusa di sequestro e maltrattamenti. Era stato proprio il bambino a far smascherare i genitori circa un anno fa, quando una sera riuscì a chiamare i carabinieri che accorsero immediatamente, a liberarlo.
Il bimbo è stato maltrattato dai genitori per mesi
Il bambino ha dovuto sopportare per diversi mesi gli abusi fisici e psicologici dei genitori, i quali lo rinchiudevano nella sua stanza come se fosse una prigione. Porte e finestre venivano sbarrate, lasciavano il figlio completamente al buio, con un po’ d’acqua, pane raffermo e un secchio per fare i bisogni. Nella stanza veniva inoltre trasmessa una voce, ribattezzata la “voce del diavolo”, registrata dal padre, smascherato grazie ai file audio trovati nel suo cellulare. Una voce artefatta, a simulare quella del diavolo, che aveva lo scopo di terrorizzare il figlio. “Sono ancora qui, pensavi forse che me ne fossi andato?” - recitava la registrazione - “Ti darò il tormento e ti trascinerò nelle tenebre dell’inferno”.
Era stato il piccolo a liberarsi, chiamando i carabinieri
Il bambino trascorreva serate e nottate intere in queste condizioni mentre i genitori uscivano per incontrare gli amici o partecipare a feste di famiglia. Fu proprio il piccolo a porre fine a tutto ciò la notte del 29 giugno del 2019 quando riuscì a comporre il 112 da un cellulare senza scheda telefonica e a chiamare in suo soccorso i carabinieri, ai quali confidò i soprusi ai quali veniva sottoposto.
Il gip: 'Persone prive di morale e umanità'
Le forze dell’ordine arrestarono prima i genitori, poi qualche mese dopo la zia. I tre alla fine ammisero le loro responsabilità, giustificando i loro metodi come necessari per educare un bambino estremamente vivace. Nella sentenza tale comportamento viene definito dal gip un “accanimento maligno e perverso.
Non si tratta di un temperamento folle, ma di cinismo, insensibilità e crudeltà verso un bambino considerato un ostacolo alle uscite serali e al divertimento”. “Si tratta di persone prive di morale e umanità - scrivono i giudici - spietate e senza scrupoli. Non hanno esitato ad abusare e torturare un minore completamente indifeso appellandosi al senso educativo, in questo caso degenerato”. Viene ricordato, poi, come usare la violenza a scopo educativo non sia consentito e sia invece considerato una condotta illecita.