Il Veneto si ritrova a fare i conti con un importante aumento di contagi di Coronavirus. Come emerso nelle ultime ore, il focolaio che è stato isolato a Pojana Maggiore, in provincia di Vicenza, sarebbe stato causato dal comportamento irresponsabile di un imprenditore della vicina Sossano. Il governatore della Regione Luca Zaia (Lega Nord) basito e infuriato ha commentato: "Con qualcuno la soluzione può essere solo il Trattamento sanitario obbligatorio". E ha chiesto che il governo faccia qualcosa.
L'imprenditore e il nuovo focolaio
Secondo quanto ricostruito, tutto sarebbe iniziato il 18 giugno.
Quel giorno, il manager di un'azienda di carpenteria meccanica con sede in frazione Cagnano a Pojana Maggiore è partito, con altri colleghi, per la Serbia. Qui, il gruppo sarebbe entrato in contatto con un 70enne poi risultato positivo al coronavirus (e ricoverato in rianimazione). Due giorni più tardi, l'imprenditore ha fatto rientro in Italia, ma il 23 giugno, è ripartito con altri dirigenti per Medjugorje (in Bosnia-Erzegovina).
Il 25 giugno, quando è ritornato nella sua Sossano, l'uomo, ha iniziato ad accusare i primi sintomi (febbre a 38°, inappetenza e malessere generale). Tuttavia, nonostante le raccomandazioni delle istituzioni sanitarie non ha contattato il suo medico e ha continuato a fare la vita di sempre.
Sabato 27 giugno, addirittura, ha partecipato a un funerale e, in serata, ad una festa di compleanno con un centinaio di altri invitati. Il giorno seguente, però, la positività alla Covid-19 è risultata evidente. Il manager, infatti, è peggiorato e si è recato all'ospedale di Noventa Vicentina dove è stato sottoposto al tampone.
Nonostante tutto però, l'uomo, ignorando le raccomandazioni del personale medico sanitario - ha chiesto di essere dimesso e ha continuato ad avere contatti stretti con altre persone fino al primo luglio, giorno in cui è stato ricoverato d'urgenza (ora si trova in rianimazione) al San Bortolo di Vicenza.
L'ira di Zaia
Il governatore Zaia, in un'intervista al Corriere della Sera, è intervenuto sul caso dell'imprenditore della Laserjet e, duro, ha affermato: "C'è poco da fare: l'unica soluzione, con qualcuno, non può che essere il Tso, il Trattamento sanitario obbligatorio".
Poi ha continuato, "Non sono un giurista, ma è necessario inasprire le pene: davanti alla scelta deliberata di mettere seriamente a repentaglio la salute, o meglio, la vita di altre persone, ci vorrebbe il carcere".
"Comportamenti di questo tipo - ha dichiarato - devono avere rilevanza penale. E ci devono essere multe esemplari". "Lunedì - ha annunciato - farò un'ordinanza volta ad isolare il più possibile le maglie dell'isolamento fiduciario. Non possiamo buttare via mesi di sacrifici".
Il governatore leghista, però è consapevole che, senza l'appoggio di Roma, non può fare molto e, per questo, ha chiesto che il governo prenda posizione e intervenga: "Deve essere chiaro - ha spiegato - che certi comportamenti hanno dei costi sanitari pesanti e non è giusto che la comunità paghi per chi ha deciso di farsi male da solo".
Irresponsabilità sociale
Come ricostruito dall'azienda sanitaria, fra il 29 giugno e il primo luglio sono risultati positivi anche altri due dipendenti della stessa azienda, un vicentino e un veronese, entrambi presenti alle trasferte. Grazie alle dichiarazioni del cittadino scaligero, si è potuto accertare che il contagio è avvenuto durante il viaggio in Serbia.
Tuttavia, il dipendente veronese, sempre sabato 27 giugno ha preso parte a un’altra festa di compleanno a cui hanno partecipato altre 23 persone di cui sei bambini. Nessuno di loro, in quell'occasione, avrebbe indossato la mascherina né rispettato le norme di distanziamento sociale. Al momento, comunque, le persone risultate positive alla Covid-19 non presenterebbero sintomi importanti. La sanità veneta, in questo momento delicato, auspica che le disattenzioni e l'irresponsabilità di pochi non riescano a compromettere la vita di un'intera regione.