Finalmente si è fatta luce sul caso di Cronaca Nera relativo alla scomparsa nel nulla in Sicilia di una donna, nell’ottobre 2015. Infatti Damiano Torrente, 46 anni, pescatore con alcuni precedenti penali per stalking, si è presentato davanti ai carabinieri della stazione Falde di Palermo per togliersi finalmente un peso dalla coscienza, confessando il delitto da lui compiuto cinque anni fa. Torrente ha spiegato di aver strangolato una giovane di origine romena di 33 anni, Ruxandra Vesco, detta Alexandra, di cui non si avevano più notizie da un lustro, e di aver occultato il corpo della donna, buttandolo in un dirupo del monte Pellegrino, la collina che sovrasta la costa del capoluogo siciliano.
Dopo queste rivelazioni nelle scorse ore i vigili del fuoco e i Ris hanno perlustrato la zona indicata, facendo la macabra scoperta: hanno ritrovato i resti della scomparsa, che erano stati riposti in un sacco nero.
La decisione di confessare il delitto della donna romena dopo un colloquio con il sacerdote
Torrente era tornato in libertà nei mesi scorsi, dopo essere finito agli arresti per stalking. Da qualche tempo aveva preso l’abitudine di frequentare la parrocchia del suo quartiere, all'Acquasanta. Secondo la versione del 46enne, ancora da verificare, sarebbe stato il sacerdote a suggerirgli di andare a costituirsi dai carabinieri, dopo che l’uomo, consumato dal rimorso, gli avrebbe confessato di aver commesso il delitto.
A quanto pare però non avrebbe ricevuto l’assoluzione dal prete: per ottenere il perdono di Dio, il confessore gli avrebbe suggerito di raccontare tutto alle forze dell’ordine, come in effetti è accaduto.
Grazie alle indicazioni dell’assassino, ritrovati i resti della donna romena
Quindi, seguendo le indicazioni di Torrente, i pompieri insieme ai militari del Reparto investigazioni scientifiche hanno rinvenuto in una zona di difficile accesso sul monte Pellegrino le spoglie ormai mummificate della donna, abbandonate tra i brandelli di un sacco nero.
Alexandra era sparita nel nulla da Alcamo cinque anni fa: a denunciarne la scomparsa era stato il marito. In precedenza la vittima era stata querelata da diverse persone che l’accusavano di essere una truffatrice e di aver sottratto loro del denaro con l’inganno. Così era finita sotto processo, mentre su Facebook era apparsa una pagina per mettere in guardia la gente dai suoi raggiri, intitolata “truffatrice ad Alcamo”.
Continuano le indagini per scoprire i motivi dell’assassinio della donna
L’inchiesta su quanto accaduto, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Felice De Benedittis, deve ancora chiarire il movente del delitto. Torrente avrebbe detto, senza entrare nei particolari, che Alexandra lo avrebbe messo in difficoltà con la propria moglie, anche lei romena. Si spera che nei prossimi interrogatori fornisca nuovi particolari sui motivi che lo avrebbero spinto a uccidere la donna, nascondendone il corpo. Gli inquirenti non trascurano anche i precedenti per stalking dell’uomo, che era pure finito agli arresti domiciliari, anche se successivamente era stato trasferito in prigione, perché aveva ripetuto il comportamento aggressivo nei confronti di una sua ex compagna.
Alla fine Torrente – assistito dall’avvocato Alessandro Musso – aveva patteggiato e, dopo aver scontato la propria pena, era tornato in libertà, incominciando a partecipare alle attività della chiesa del quartiere, dove avrebbe maturato la decisione di costituirsi. Così, dopo gli ultimi sviluppi della vicenda, il 46enne è nuovamente in stato di fermo, in attesa di essere sentito dal Gip.