È arrivata come una doccia fredda a spegnere l'ottimismo dei giorni scorsi l'annuncio, avvenuto poche ore fa, della sospensione globale dei test clinici per il vaccino anglo-italiano contro il covid-19. Il gruppo farmaceutico AstraZeneca, associato all'università di Oxford, vista l'inspiegabile quanto seria complicazione di tipo spinale comparsa in un partecipante volontario, ha infatti deciso di sospendere a titolo precauzionale la sperimentazione affinché si possa procedere alle verifiche del caso, coadiuvato per l'occasione anche da una commissione esterna di esperti.

Era di poche ore prima l'annuncio del ministro della Salute, Speranza, che le prime dosi di questo vaccino sarebbero addirittura potute arrivare prima della fine dell'anno.

La prudenza è d'obbligo

L'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University, spiega in una intervista rilasciata su Radio3 Scienza, che la reazione infiammatoria in un volontario sottoposto al test potrebbe anche non essere legata al vaccino, ma dovuta a cause esterne. Tuttavia in questa fase sperimentale secondo l'immunologo, si rende doveroso ed indispensabile il rigore, mentre va evitata ogni accelerazione che possa essere causa di rischi anche minimi.

Per questo andrebbero evitati annunci sensazionalistici che possano illudere e creare false aspettative nella gente, come rimarca all’Adnkronos Salute, Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.

Una corsa contro il tempo senza prendere scorciatoie

Di queste ore è anche la dichiarazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che ribadisce ancora una volta la sua cautela e afferma con decisione che non si comincerà a compromettere la sicurezza o a prendere scorciatoie solo perché si tratta di una vicenda in cui la velocità e la vastità della operazione sono enormi.

La regola per l'Oms in ogni caso è che medicine e vaccini vengano distribuiti alla popolazione mondiale solo dopo rigorosi test di sicurezza.

Uno stop alla sperimentazione si era verificato già in luglio

Pascal Soriot, Ceo della casa farmaceutica AstraZeneca, in una dichiarazione raccolta dallo Statnews, il portale scientifico del Boston Globe, avrebbe ammesso che il colosso farmaceutico anglo-svedese aveva fermato la sperimentazione già nel mese di luglio, dopo che una partecipante aveva manifestato sintomi neurologici. Effettuati gli accertamenti ed esami del caso, sarebbe risultato che la paziente era affetta da sclerosi multipla, una patologia probabilmente pregressa e non correlabile alla somministrazione delle dosi sperimentali del vaccino anti covid-19.

Tuttavia l'organo di stampa Statnews riferisce anche che AstraZeneca non ha risposto a tutti i chiarimenti che erano stato sottoposti.

Per ciò che riguarda il caso di queste ore, Soriot riferisce che il paziente che ha riportato la reazione avversa è una donna britannica che attualmente starebbe bene, ma che ha manifestato i sintomi neurologici della mielite trasversa, un raro e grave disturbo infiammatorio spinale, cosa per la quale l'organo indipendente di controllo Data and Safety Monitoring Board ha chiesto l'immediata sospensione dei test. Le dichiarazioni del Ceo Soriot sarebbero rivolte a rassicurare gli investitori onde annullare danni al prezzo delle azioni della società.

La sperimentazione ripartirà presto

Un cauto ottimismo tuttavia si fa largo, per un vaccino che si avviava alla conclusione della fase 3 entro settembre e alla distribuzione delle prime dosi entro novembre. I 50.000 partecipanti di sei paesi del mondo riprenderanno dunque presto a testare il vaccino. Ricordiamo che fra i partner per il sviluppo del vaccino c’è anche la Advent srl di Pomezia, in provincia di Roma, il cui presidente, Piero Di Lorenzo ha dichiarato che si tratta di uno stop di routine, consueto per le sperimentazioni di ogni farmaco o vaccino.