Dall'esito dell'autopsia e dall'esame dei cellulari potrebbe arrivare la svolta nel duplice efferato delitto di Lecce. Continuano nel più stretto riserbo le indagini per incastrare chi ha ucciso l'arbitro di calcio Daniele De Santis, 33 anni, e la sua compagna Eleonora Manta, funzionaria dell'Inps di 30 anni, nella loro abitazione la sera dello scorso 21 settembre.

Si è trattato di un duplice omicidio commesso con estrema ferocia. L'assassino si è accanito contro le sue vittime, specialmente contro la ragazza a cui avrebbe inferto decine di coltellate sul corpo, prima di accanirsi su quello del fidanzato che tentava la fuga.

Gli investigatori credono si sia trattato di un gesto premeditato. Al momento non ci sono nomi iscritti nel registro degli indagati.

Delitto di Lecce, l'arma usata forse un coltello da sub

Gli inquirenti ipotizzano che per uccidere Daniele ed Eleonora l'assassino non abbia usato un coltello qualsiasi. Le lesioni sui corpi dei due fidanzati, scoperte fin dal primo esame esterno effettuato dal medico legale Roberto Vaglio, sarebbero compatibili con quelle che provocherebbero le lame dei pugnali usati dai sub. Su incarico della procura della Repubblica di Lecce, Vaglio ha eseguito due autopsie nella camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, l'ultima ieri pomeriggio. Bisognerà attendere l'esito degli esami per tramutare le ipotesi in dati veritieri.

Dall'esame autoptico potrebbero emergere tracce biologiche dell'assassino. Entrambe le vittime, hanno infatti inutilmente cercato di difendersi dalla furia dell'aggressore e di scansare le molteplici coltellate ricevute. I condomini dello stabile di via Montello dove la coppia abitava hanno testimoniato di aver visto l'aggressore scappare: una sagoma vestita con un tuta nera di quelle in uso ai motociclisti, il cappuccio di una felpa a coprirgli il volto, uno zaino giallo in spalla.

I fotogrammi di qualche secondo recuperati dalle telecamere della zona hanno poi fornito indicazioni per un identikit del presunto assassino: un uomo giovane, alto un metro e 80, vestito di nero, con guanti neri e uno zainetto.

Delitto di Lecce, attesa la consulenza informatica

Molto attesa è la consulenza informatica: potrebbe rivelare i particolari nascosti nei telefoni, eventuali dati cancellati, se mai fosse stato così.

La vita specchiata della coppia non lascerebbe spazio a retroscena o segreti. Il nome del loro omicida potrebbe, però, essere nei telefoni dei fidanzati: forse la sera del delitto Daniele ed Eleonora avevano appuntamento con lui. In base a quanto finora ricostruito, Daniele avrebbe aperto la porta all'assassino come se lo conoscesse. Al momento non può essere escluso nessuno scenario. Gli inquirenti hanno ipotizzato il delitto passionale: forse l’assassino non accettava la storia tra Daniele ed Eleonora che convivevano da poco.

I parenti dei ragazzi devono sopportare oltre lo strazio, l'incredulità: non riescono a trovare una ragione plausibile per cui qualcuno li abbia uccisi. "Sia Daniele che Eleonora erano due giovani con la testa sulle spalle, lavoravano, avevano l’indipendenza economica e conducevano una vita tranquilla, senza sperperi e inutili lussi", ha riferito l’avvocato della famiglia De Santis, Mario Fazzini.

Il legale ha chiarito che i genitori di Daniele non hanno trovato elementi utili per spiegare un delitto tanto efferato. "È tutto talmente assurdo che non escludiamo neppure che possa essere stato il gesto di un folle”, ha detto Fazzini. I fidanzati avevano appena fatto ristrutturare l'appartamento vicino alla stazione di Lecce dove sono stati uccisi. Momenti di vita che Eleonora aveva documentato su Instagram. Proprio i profili della coppia sui social network Facebook e Instagram saranno analizzati dai carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale, oltre ai telefoni recuperati lunedì sera sul luogo del delitto.

Delitto di Lecce, il mistero del nome Andrea

Belli, felici, innamorati: Daniele ed Eleonora erano agli occhi di tutti una coppia modello.

Proprio come Teresa Costanza e Trifone Ragone, la coppia di Pordenone uccisa nel 2015: due casi atroci che hanno una vaga somiglianza. Daniele De Santis era anche iscritto all’albo degli amministratori di condominio, ma sembrerebbe indebolirsi l'ipotesi di una lite con un condomino visto l'accanimento dell'assassino sulla sua fidanzata.

Sono state smentite le voci su un presunto fermo di un sospettato. Era stato sentito un uomo, di nome Andrea, lo stesso che avrebbe urlato Eleonora prima di essere uccisa. Al momento, però, questo resta un altro mistero del caso: ai parenti non risulta nessun amico né conoscente con quel nome.