Torna l'incubo della legionella in Lombardia. Nelle ultime settimane sono stati riscontrati 16 casi a Busto Arsizio, in provincia di Varese: inoltre ci sarebbe stata anche una prima vittima, un anziano di 78 anni residente in città che presentava delle patologie pregresse. A darne notizia, con un comunicato ufficiale diffuso nella tarda serata di venerdì 4 settembre, è stato Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione. A quanto pare, i primi casi sono stati scoperti il mese scorso. Da allora sono partiti i controlli e le analisi per individuare e sanificare le aree contaminate dal batterio della legionella.

Secondo il vice sindaco della cittadina lombarda, Manuela Maffioli, tutti i casi rinvenuti si sarebbero verificati in "una zona circoscritta di Busto Arsizio".

In corso gli accertamenti previsti dai protocolli contro la legionella

Come ha spiegato l'assessore Gallera, in questi giorni sono partite le procedure di sicurezza previste per i casi di legionella: sono stati effettuati dei prelievi per campionare le acque nelle abitazioni delle persone colpite. Inoltre gli esperti hanno controllato gli impianti dell'acquedotto locale e delle torri di raffreddamento per individuare il batterio. Nei prossimi giorni si conosceranno i risultati delle analisi di laboratorio, utili a circoscrivere i nuovi casi.

Inoltre si è deciso, in via cautelativa, di effettuare un trattamento di iper-clorazione per la purificazione batterica dell'acqua potabile. Infine si sta procedendo a tutte le ulteriori attività di accertamento igienico-sanitarie previste per situazioni di questo genere.

I precedenti casi di legionella in Lombardia

Quelli di Busto Arsizio sono solo gli ultimi di una serie di casi di legionella riscontrati in Lombardia di recente.

In particolare, nell'estate del 2018 furono tante le segnalazioni provenienti da diverse zone della regione: ad esempio un focolaio si diffuse a Bresso, nell'hinterland di Milano, facendo registrare 52 infetti, con cinque persone che persero la vita. Sempre ad agosto di quell'anno, il batterio responsabile della malattia fu individuato nell'impianto idrico di un centro di accoglienza per disabili di Saronno, in provincia di Varese.

Infine a settembre scoppiò un'epidemia tra le province di Brescia e Mantova: all'epoca gli esperti dell'Istituto superiore della sanità parlarono di "caso unico al mondo" per la vastità dell'area interessata dai contagi.

La legionella provoca una malattia dalle conseguenze serie

Il batterio Legionella pneumophila provoca una malattia infettiva chiamata legionellosi. Questo agente patogeno è diffuso nell'ambiente, soprattutto nell'acqua. Quindi è facile che si annidi in laghi, piscine, canali, serbatoi o impianti per l'idromassaggio. Inoltre può essere presente in condizionatori, nebulizzatori, umidificatori e apparecchi per aerosol. Il contagio avviene più frequentemente attraverso l'acqua potabile perché questo germe può sopravvivere anche per mesi all'interno delle condotte idriche.

Invece è più difficile che possa avvenire attraverso il contatto con un paziente infetto.

La legionella può provocare gravi conseguenze per la Salute dei malati: innanzitutto è uno dei fattori che causa più spesso le polmoniti ospedaliere, chiamate così perché colpiscono le persone già ricoverate per altri motivi. In particolare è a rischio chi ha più di 50 anni e soffre di altre patologie pregresse che ne aggravano le conseguenze. Gli infetti inizialmente mostrano sintomi come dolori muscolari, brividi, cefalea e febbre, ma col passare del tempo si aggiungono dolori al torace e tosse secca, con un peggioramento delle condizioni generali, fino al sopraggiungere della polmonite. Nel 15% dei casi la malattia arriva ad essere letale: il decesso normalmente è dovuto a insufficienza cardiaca o respiratoria.

Nei casi più seri i normali antibiotici non bastano, ma è efficace una cura con antibiotici specifici che portano alla guarigione di solito entro un mese. È importante anche la prevenzione, che consiste in un'adeguata manutenzione e disinfezione degli impianti idrosanitari.