Il resti ossei rinvenuti ad inizio ottobre sull’altopiano di Cariadeghe (in provincia di Brescia) appartengono alla piccola Iuschra, la 12enne autistica di origine bengalese scomparsa misteriosamente nel luglio del 2018. La conferma, che chiude il caso di cronaca nera, è arrivata nelle scorse ore, con l'arrivo dei risultati del test del Dna.

Il ritrovamento e la conferma

Il 4 ottobre scorso, tra i boschi e le radure tra Caino,Serle e l’altopiano di Cariadeghe (un'area alquanto impervia a cavallo tra la Val Gobbia e la Valle Sabbia) un cacciatore ha ritrovato, casualmente, un piccolo cranio umano e ha allertato le forze dell'ordine che hanno avviato gli accertamenti del caso.

Nonostante non vi fossero certezze, il pensiero di molti era corso alla piccola Iuschra Gazi, scomparsa misteriosamente durate una gita organizzata dalla fondazione di cui faceva parte. Così, nelle scorse settimane, su autorizzazione delle autorità competenti, si è provveduto a confrontare il Dna estratto da un molare rimasto incastonato nella mascella con quello dei genitori della bimba. Le analisi, coordinate dal professor Andrea Verzelletti, sono state eseguite nei laboratori del reparto di Medicina legale degli Spedali Civili di Brescia e hanno stabilito che il profilo genetico combacia perfettamente.

Le ricerche mai arrivate nella zona del ritrovamento

I genitori della dodicenne, in questi due anni, non si erano mai arresi ed avevano sempre sperato di potere riabbracciare la figlia.

"Ora so che Iuschra è davvero morta - ha commentato papà Mdliton - Sono sotto choc". La Procura di Brescia, da quanto si apprende, non intende disporre nuovi sopralluoghi sull'altipiano di Cariadeghe e ha già dato il nulla osta alla sepoltura dei resti della piccola.

La ragazzina, residente con la famiglia nel capoluogo, era svanita nel nulla durante una gita sui monti serlesi organizzata dalla Fopab (Fondazione bresciana di assistenza a psicodisabili).

All'improvviso, era sfuggita al controllo degli operatori, si era allontanata di corsa ed aveva fatto perdere le sue tracce. Le ricerche iniziarono subito, ma non portarono mai a nulla. Nei mesi scorsi, per la scomparsa della 12enne autistica, è stata condannata per omicidio colposo l'educatrice Roberta Ratti, una delle ultime persone a vederla in vita.

Il coordinatore della Protezione Civile che ha seguito le operazioni ha dichiarato: "Nella zona dove è stato rinvenuto il teschio le ricerche non sono mai arrivate. Si tratta di una zona impervia, tra vegetazione e rovi". Il responsabile, precisando che, comunque, l'area era stata sorvolata con elicotteri e droni, ha anche affermato che un uomo non avrebbe mai potuto arrivare lì.