"Sono sul lastrico… ho 1,2 milioni di debito". A parlare è Raffaele Sollecito, oggi 36enne. Condannato e poi assolto per l'omicidio di Meredith Kercher, a Perugia, ha trascorso quasi quattro anni in carcere. In una lunga intervista a "Ogni Mattina", programma condotto da Adriana Volpe e Alessio Viola onda su TV8, ha ripercorso il caso di Cronaca Nera che lo ha visto protagonista e gli effetti che ha avuto sulla sua vita privata.

'Sono sul lastrico'

"Ho trascorso quattro anni in carcere, di cui sei mesi in isolamento", ha ricordato Raffaele Sollecito ai microfoni di TV8.

Un'esperienza dura e tragica che gli ha stravolto completamente la vita e che ha rovinato, non sono la sua immagine, ma anche le sue finanze. L'ingegnere informatico di Giovinazzo (Bari), per difendersi durante il lungo processo, si è affidato ad importanti avvocati - come la a senatrice della Lega Giulia Bongiorno - e, a oggi, deve ancora pagare parte delle parcelle ai propri legali.

Negli anni scorsi, ha provato a presentare richiesta per ottenere un indennizzo per l'ingiusta detenzione, in quanto - come sottolinearono i suoi difensori - venne incarcerato per “plurimi travisamenti di fatti e di prove”“. Tuttavia, per la giustizia italiana, non ha alcun diritto al risarcimento.

"Sono sul lastrico" ha confessato il giovane arrivando a quantificare un debito di circa 1,2 milioni di euro.

"Mi hanno assolto - ha quindi concluso - ma poi mi hanno abbandonato a me stesso".

'Anni tragici e difficili'

Meredith Kercher, studentessa inglese 22enne iscritta all'Università di Perugia, venne brutalmente uccisa la sera del 1° novembre 2007, nell'appartamento che condivideva con altre ragazze. Per il suo omicidio vennero arrestati la coinquilina Amanda Knox, il suo fidanzato dell'epoca Raffaele Sollecito e Rudy Hermann Guede.

In primo grado, in qualità di concorrenti nell'omicidio, furono condannati dalla Corte d'Assise di Perugia anche Sollecito e la Knox, ma in Cassazione, la sentenza venne ribaltata ed entrambi furono assolti "per non aver commesso il fatto".

Raffaele, ripercorrendo quanto accaduto e la sua vicenda personale ha parlato dei processi che ha dovuto affrontare e dei lunghi anni di detenzione.

Il suo iter giudiziario - particolarmente travagliato e costellato, a suo dire, di errori - è durato quasi 8 anni ed è stato caratterizzato da 5 gradi di giudizio.

"I media - ha continuato - hanno creduto alla versione della Procura e in questo modo hanno distrutto completamente la mia immagine". "Sono stati anni tragici e difficili - ha proseguito- anche la mia famiglia ne ha risentito". "Sono stato dipinto come un mostro sanguinario - ha concluso - pur non conoscendomi, ne hanno dette di tutti i colori".