Il primario del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha rilasciato un'intervista a La Stampa, pubblicata il 30 settembre, nella quale si è soffermato sull'efficacia dei test per affrontare un'ipotetica seconda ondata di contagi da Coronavirus. "I tamponi a tappeto vanno bene, ma poi torniamo a visitare i malati e a curare i sintomatici", ha dichiarato il professore, aggiungendo che i test rappresentano una sorta di "istantanea" che, però, non esclude a priori che nel giorno successivo la situazione possa cambiare.

Il post di Bassetti su Facebook

"È la Waterloo dei tamponi", ha scritto Bassetti su Facebook, riferendosi ad un'intervista rilasciata al Tg La7 sul caso dei 15 positivi del Genoa calcio tra giocatori e staff. In questa circostanza ha spiegato che, ad oggi, la prevenzione più efficace per contrastare l'emergenza Covid-19 sarebbe l'uso costante delle mascherine e il ricorso al vaccino antinfluenzale.

Il quotidiano gli ha chiesto come mai ha usato la metafora della disfatta di Napoleone a Waterloo. L'infettivologo ha chiarito: "Il caso del Genoa dimostra che i tamponi non bastano", specificando che questi controlli sono utili per fare delle diagnosi sui sintomatici, mentre non sarebbero efficaci per gli asintomatici.

L'infettivologo si definisce un 'realista'

Il professore di malattie infettive sostiene che i tamponi a tappeto siano utili nei luoghi maggiormente esposti al rischio contagio da coronavirus come gli ospedali e le residenze sanitarie assistenziali (Rsa). In base alla sua esperienza professionale, Bassetti ha affermato che in questo periodo il reparto di cui si occupa al San Martino di Genova è pieno al 60%, aggiungendo che l'età media dei pazienti è sui 70 anni.

Ha aggiunto che il decorso della Covid-19 è diminuito a 7-10 giorni, e che attualmente il numero delle vittime è inferiore rispetto a quanto accaduto nella fase acuta della pandemia.

Il virologo ha poi ricordato che, ad oggi, i pochi malati gravi vengono curati con il Remdesivir, il cortisone e gli antibiotici. In merito alle sue considerazioni sull'emergenza coronavirus, Matteo Bassetti preferisce definirsi un "realista" piuttosto che un ottimista, evidenziando che si è parlato tanto di seconda ondata, di grossi rischi per le scuole e le elezioni regionali, e in questa circostanza spesso è stato chiamato in causa il dottor Zangrillo per la sua affermazione "il virus è clinicamente morto".

A tal proposito, il professor Bassetti si è chiesto: "È meglio un procurato allarme o un po' di ottimismo?".

Il consiglio di Bassetti: 'Vanno evitati gli assembramenti'

Matteo Bassetti ha affermato che l'Italia non può permettersi un eventuale secondo lockdown. Ha puntualizzato che nell'ultimo mese e mezzo i casi di positività al virus in base ai tamponi effettuati nel nostro Paese sono stati dell'1-2%, chiarendo che solo se si dovesse arrivare ad una percentuale del 5-6% - come sta accadendo in Francia - sarebbe necessario "prendere misure restrittive". Infine, per limitare i rischi di contagio, Bassetti ha consigliato di evitare gli assembramenti: "Nelle cene sarebbe meglio non superare le 8-10 persone".

Inoltre, parlando degli stadi, ritiene giusto che gli accessi siano ancora limitati ma ha invitato al buon senso, giacché in qualche occasione ha visto assiepate tutte in tribune da circa 2.000 posti almeno 1.000 persone. L'infettivologo ha poi chiesto a giocatori e dirigenti di evitare di abbracciarsi in campo.