Matteo Bassetti torna a parlare di Coronavirus. L’infettivologo del San Martino di Genova lo fa nell’ambito di un’intervista rilasciata a La Verità e, come spesso gli accade, non lesina critiche a ciò che ritiene possa essere corretto. Stavolta nel suo mirino finiscono i tamponi, soprattutto dopo il caso Genoa. Oggi, infatti, a suo avviso sembra quasi esserci il rischio che l’effetto dei test possa in qualche modo mettere in discussione quelli che sono i principi dell’approccio medico ai pazienti. L'invito velato è stato a investire in materiale umano da mettere al servizio dei pazienti.

Coronavirus, Bassetti evidenzia il caso Genoa

Quanto accaduto ai calciatori del club ligure secondo Matteo Bassetti risulta paradigmatico ai fini della valutazione della questione tamponi. Dopo, infatti, che un primo calciatore era stato trovato positivo al coronavirus, gli altri erano risultati negativi. Sono andati in campo contro il Napoli per poi, a distanza di qualche ora, arrivare a riscontrare ben 14 elementi positivi al Sars-Cov2 tra calciatori e staff della prima squadra. Una circostanza che secondo l’infettivologo può essere considerato una spaccato che rivela in maniera significativa la criticità relativa ad una cattiva interpretazione della situazione in funzione dei test. Il tampone, a suo avviso, resta un metodo ottimale per la ricerca del virus, ma ha un rovescio della medaglia.

“in caso di negatività – spiega – può dare una falsa rassicurazione che potrebbe essere smentita a distanza di ore”. Il rischio è che un esito negativo possa in qualche modo tranquillizzare un soggetto sottoposto in precedenza al test, mentre c’è la possibilità che sia in fase di incubazione.

Per Bassetti il Covid va curato dai medici, non attraverso i tamponi

L’idea di Matteo Bassetti è che questo dovrebbe essere il momento in cui occorre investire sul personale sanitario. “Lo dico da medico. Non possiamo – spiega – fare la medicina basata sul tampone. Dobbiamo guardare il paziente, visitarlo”. La criticità sottolineata dall'infettivologo riguardo l’uso dei tamponi a strascico alla luce del fatto che fotografa una situazione di contagio del mondo e non specifica quella che può essere l’evoluzione.

“Bisogna – tuona Bassetti – tornare a fare i medici. Stiamo prendendo una piega che non mi piace”. "Abbiamo - aggiunge - una macchina eccezionale per fare i tamponi e poi, magari, non abbiamo abbastanza medici e personale per gestire questa mole di lavoro".