Il vaticano ha disposto la scomunica nei confronti di un ex religioso francescano, residente in provincia di Brescia. Il suo nome è Tomislav Vlasic, in passato balzato agli onori della cronaca come guida di un gruppo di giovani testimoni di una visione riguardante la Vergine Maria in terra slava: i sei ragazzini, nel 1981, dichiararono di vedere ogni giorno la Madonna di Medjugore.
Vlasic è stato il padre spirituale dei veggenti di Medjugorje
Del tutto particolari i fatti che interessarono i sei giovani. Il 24 giugno del 1981, nell'allora ex Jugoslavia, nel piccolo centro di Medjugorje, alle 4 del pomeriggio, due ragazze - la quindicenne Ivanka Ivanković e la sedicenne Mirjana Dragičević - giunte sulla collina del Podbrodo, asserirono di avere avuto una visione di una donna bellissima appoggiata su una nube.
A quel punto le due giovani, spaventate, rientrarono al villaggio.
Intorno alle 18,30, le ragazze tornarono nel punto in cui avevano avuto l'apparizione, accompagnate questa volta dalla cugina di Ivanka, Vicka Ivanković: anche in questo caso, sempre secondo la loro ricostruzione, ci fu una nuova visione ma in questa circostanza la donna appoggiata su una nuvola aveva in braccio un bambino. Le ragazze capirono così di aver avuto un'apparizione della Madonna.
Il giorno dopo, il 25 giugno, il gruppo tornò sulla stessa collina con in aggiunta Marja Pavlović, la cugina di Mirjana, e due ragazzi, Jakov Čolo di 10 anni e il 16enne Ivan Dragičević. Per la seconda volta il gruppo vide la Santa Vergine, la cosa si ripetè anche nei giorni seguenti.
La notizia si diffuse subito nella regione e i sei adolescenti furono intercettati dalla polizia: dopo essere stati sottoposti ad una serie di interrogatori incessanti, il 2 luglio del 1981 decisero di rifugiarsi nel convento francescano della cittadina, ponendosi sotto la protezione dei frati. Il Frate Superiore del tempo, Vlasic, decise allora di diventare il loro padre spirituale.
Il Frate tenne il suo incarico sino al 2009, quando fu costretto a dimettersi dallo stato sacerdotale dopo le accuse di "diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il sextum (contro il Sesto comandamento, quello che asserisce di non commettere adulterio)".
Vlasic si è trasferito in Italia in provincia di Brescia
Il religioso non si è perso d'animo e, nonostante le restrizioni a cui è stato sottoposto, ha scelto l'Italia come sua nuova residenza per portare avanti le proprie idee religiose, dottrine apertamente in contrasto con gli insegnamenti ufficiali. Nella diocesi di Brescia, insieme ad una collaboratrice laica, Stefania Caterina, ha costruito la casa Fortezza dell'Immacolata, la sede fisica della nuova confessione scismatica denominata Chiesa di Gesù Cristo nell'Universo, che tra visioni degli ufo e la convinzione della presenza di vita negli altri pianeti, era già stata posta sotto osservazione dal Vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada che aveva avviato il procedimento di scomunica oggi completato.
Quella di Vlasic insomma era una chiesa parallela di stile "new age", che non è passata inosservata agli occhi dell'ordinario della diocesi: a completare l'iter la Congregazione della Dottina della Fede che, sentito il parere di papa Francesco, ha preso la decisione di scomunicare definitivamente l'ex Frate.
Le conseguenze della scomunica dell'ex francescano
“Non può partecipare, in qualunque modo, a qualsiasi funzione religiosa pubblica come ministro ordinato. Inoltre non ha nessuna facoltà ministeriale di celebrare ne tanto meno ricevere i sacramenti, e non può assumere incarichi di responsabilità negli uffici della diocesi" si legge sul provvedimento riferito a Vlasic che è stato quindi definitivamente allontanato dal seno della Chiesa Cattolica.
Qualora l'ex religioso, ormai ridotto allo stato laicale, “intendesse prendere parte alla celebrazione dell'Eucarestia o a qualsiasi atto di culto pubblico, dovrà essere allontanato o dovrà essere interrotta l'azione liturgica se non si opponga una grave causa" si legge in una nota della Curia della diocesi di Brescia.