Ventiquattro anni per l’omicidio volontario della moglie. Questa la condanna inflitta nella mattinata di oggi, 2 novembre, dalla Corte d’Assise di Cagliari a Giovanni Perria, il 78enne pensionato di Narbolia (in provincia di Oristano), accusato di aver ucciso la consorte originaria della Germania, Brigitte Pazdernik, 77anni, scomparsa misteriosamente dalla sua abitazione la notte del 10 ottobre del 2018. La donna, tre giorni dopo la sparizione, era stata ritrovata priva di vita in riva al mare, esattamente tra Is Arenas e Torre del Pozzo, a circa una decina di chilometri dall’abitazione in cui viveva con il marito.

Secondo l’accusa il pensionato di Narbolia avrebbe tolto la vita alla moglie per vendicare un tradimento avvenuto 40 anni fa. L’uomo, difeso dall’avvocato Antonello Spada, si è sempre professato innocente ed è rimasto impassibile durante la lettura della sentenza emessa dalla presidente della Corte, Tiziana Marogna. Una delle figlie invece, presente in aula, dopo le parole pronunciate dal giudice è stata colta da un malore. La donna è stata subito soccorsa dai cancellieri e dall’avvocato difensore del padre.

Il pm aveva chiesto l’ergastolo

La Corte d’Assise di Cagliari non ha accolto accolto la richiesta del pubblico ministero Armando Mammone che, nella precedente udienza, aveva chiesto la condanna all’ergastolo di Giovanni Perria.

I giudici infatti hanno considerato le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti dell’uxoricidio e della premeditazione. La corte comunque dovrà decidere, in un secondo momento, se far tornare il pensionato 78enne in carcere, come appunto aveva chiesto nei suoi confronti l’accusa. La misura cautelare nei suoi confronti era infatti stata sospesa per l’emergenza Covid.

Il pubblico ministero Armando Mammone però teme per la sicurezza della vicina di casa, considerata la super testimone. La donna, con la sua testimonianza, aveva raccontato agli inquirenti di aver sentito i due litigare e poi aveva anche raccontato di aver visto il pensionato uscire di casa con l’auto, inchiodando l’uomo che aveva sempre negato di essersi mosso dalla sua abitazione.

Indagini certosine

Le indagini effettuate dagli investigatori della Squadra Mobile di Oristano si erano immediatamente indirizzate sul pensionato. L’uomo, interrogato più volte dagli inquirenti, era spesso caduto in contraddizione, respingendo da subito le accuse mosse nei suoi confronti. Gli investigatori avevano immediatamente messo sotto sequestro l’auto dell’uomo che era stata manomessa: era stata staccata la telecamera, per evitare che riprendesse lo spostamento, ma anche un fusibile che sarebbe stato tolto per bloccare il contachilometri. Il pensionato di Narbolia aveva conosciuto la moglie in Germania, dove era emigrato per lavoro anni e anni fa. Quando era arrivata la pensione marito e moglie avevano deciso di far rientro in Sardegna, a Narbolia, dove l’uomo aveva una casa.