Nella tarda mattinata di ieri, domenica primo novembre, si è verificato un drammatico incidente di caccia nelle campagne di Gessopalena (piccolo centro della provincia di Chieti appartenente alla Comunità montana Aventino-Medio Sangro). Antonio D.G., 72 anni, è stato raggiunto e ucciso da un colpo di fucile. A sparare, secondo quanto ricostruito, sarebbe stato un cacciatore 48enne impegnato in una battuta di caccia al cinghiale. La notizia di Cronaca Nera è stata così commentata dal sindaco di Perano Gianni Bellisario, dove l'anziano aveva un piccolo negozio di biancheria per la casa e tessuti: "La sua è una fine terribile.

Era molto conosciuto ed era un esperto cacciatore".

Il 72enne trovato senza vita dai cacciatori

Il corpo di Antonio D.G., originario Gessopalena e residente ad Archi, in frazione Piane, in provincia di Chieti, è stato rinvenuto nei boschi dell'agro di contrada Coccioli - sempre a Gessopalena - alle pendici del massiccio della Majella.

Anche il 72enne - che si trovava a poche centinaia di metri dall'abitazione di famiglia ed era uscito per cercare dei tartufi - da quanto è emerso, era un cacciatore ed aveva con sé il suo fucile. L'anziano, rinvenuto in posizione prona, con ogni probabilità è deceduto sul colpo. All'arrivo dei soccorritori, infatti, il personale medico sanitario giunto con un'ambulanza del 118 di Casoli e con un'eliambulanza da Pescara, non ha potuto fare che altro constarne il decesso.

La battuta di caccia al cinghiale

Sul posto, come da protocollo, sono giunti anche i carabinieri delle vicine stazioni di Torricella Peligna e di Lanciano, incaricati di eseguire i rilievi del caso. Con loro c'era anche il medico legale Raffaele Ciccarese che, durante l'ispezione cadaverica in loco, ha accertato che ad uccidere Antonio, divorziato e padre di tre figlie, è stata la pallottola di un fucile, più precisamente un bossolo calibro 12 a palla unica.

Secondo una prima ricostruzione, il colpo che ha colpito mortalmente il 72enne sarebbe stato esploso da un cacciatore 48enne della Val di Sangro. L'uomo, stava partecipando ad una battuta di caccia al cinghiale con 6-7 amici residenti perlopiù nella vicina Roccascalegna (sempre in provincia di Chieti). L'uomo, ad un certo punto, avrebbe avvistato un ungulato tra la fitta vegetazione e, dopo aver preso la mira, avrebbe sparato.

Il colpo di fucile, però, non ha raggiunto il grosso animale selvatico. La cartuccia a palettoni, infatti, forse dopo esser rimbalzata contro qualcosa, magari contro un albero, ha raggiunto Antonio al petto. È stata la stessa squadra di cacciatori, scendendo i boschi per far far ritorno a casa, a notare il corpo dell'anziano riverso sul ciglio della provinciale che da Gessopalena conduce a Roccascalegna e a dare l'allarme.

Le indagini, coordinate dal maggiore Vincenzo Orlando, del Nucleo Rabiomobile della compagnia di Lanciano, ha posto tutte le armi sotto sequestro e, grazie al collaborazione degli stessi cacciatori, ha facilmente individuato l'autore del delitto colposo. Il caso, ora, è al vaglio del sostituto procuratore di Lanciano Francesco Carusi che, nelle prossime ore, deciderà come procedere.