Il Veneto avvia la sperimentazione di un kit molto simile nel funzionamento a quello per un test di gravidanza, che però servirebbe ad autodiagnosticare la positività da coronavirus. La verifica è effettuata in diversi laboratori di microbiologia della regione, a partire dall’unità di virologia di Treviso diretta da Roberto Rigoli. Ogni esame eseguito con il “fai da te” sarà poi verificato su ciascun soggetto con il classico tampone molecolare, quello attualmente utilizzato per individuare i contagiati. Al termine del collaudo dei kit i risultati saranno presentati all’Istituto superiore di sanità che dovrà dare il via libera finale a una eventuale commercializzazione.

C’è molta attesa sull’esito della sperimentazione perché i nuovi test rapidi garantirebbero un significativo risparmio di tempi e costi, specialmente in un contesto caratterizzato da un elevato numero di persone contagiate, migliorando l’efficienza nella gestione della pandemia.

Il funzionamento dei test sperimentati in Veneto

Il kit fai da te per il test permette di dare risposta sull’eventuale positività al Coronavirus in un tempo massimo di 15 minuti. Attraverso un bastoncino di ovatta ciascuno può effettuare il tampone, passandolo all’interno delle narici, ma senza dover arrivare alle parti più profonde del setto nasale. Quindi bisogna immergere il bastoncino nel liquido reagente che è contenuto in una provetta in plastica.

Dopo alcuni minuti questa soluzione deve essere versata in una piccola scatola: a questo punto basta aspettare che compaiano delle linee colorate per avere l'esito del test. È inoltre previsto che, al termine di questo esame, i pazienti dovranno utilizzare un’app telefonica chiamata “Zero Covid Veneto”, la cui creazione è stata già approvata dalle autorità regionali: ciascuno riporterà i risultati ottenuti, in modo da renderli accessibili al sistema sanitario locale.

Il nuovo test fai da te costerà pochi euro

Se la sperimentazione dovesse dare risultati confortanti e se arrivasse il nulla osta dell’Iss, il kit per l’autodiagnosi sarebbe rapidamente distribuito nelle farmacie. Negli Stati Uniti la Food and drug administration ha già autorizzato la diffusione di questo strumento: quindi è già possibile reperirlo ad un prezzo di circa 5 dollari.

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha confermato che il costo del test per il cittadino sarà “di qualche euro”. In questo modo, sempre nel caso che tutto l’iter vada a buon fine, questo kit potrà essere utile per effettuare uno screening di massa. Proprio il microbiologo Rigoli, a cui è affidata la sperimentazione, ha dichiarato che questo test potrebbe cambiare la vita degli operatori sanitari, ma anche di tutti i cittadini.

I vantaggi e i limiti del nuovo test

Il nuovo test di autodiagnosi, come detto, porterebbe grandi risparmi in termini di tempo, ma anche di spesa economica, dato il basso costo. Inoltre sarebbe possibile utilizzarlo su un elevato numero di individui, facilitando la capacità di diagnosticare la diffusione del coronavirus.

Tuttavia restano alcune criticità, come la rilevazione dei falsi negativi: alcuni di quelli che risultano non aver contratto il virus potrebbero in realtà esserne stati contagiati. Questa sottovalutazione dei positivi avviene perché l’analisi non utilizza materiale genetico, come nel caso dei tamponi molecolari, ma si sofferma sulle proteine superficiali tipiche del Coronavirus. Quindi questo test mantiene una validità in una situazione che presenta un numero elevato di contagi, in quanto consente una prima scrematura dei casi, pur rimanendo il tampone molecolare lo strumento più sicuro per l'individuazione dei positivi.