Il 13 ottobre del 2019, il 33enne britannico Richard Huckle - arrestato per abusi nei confronti di più di 200 bambini - ha perso la vita nel carcere di Full Sutton, ucciso dal proprio compagno di cella Paul Fitzgerald. I dettagli della vicenda sono emersi in tribunale giovedì 19 novembre, dove Fitzgerald ha ammesso di aver abusato di Richard Huckle e di averlo ucciso, aggiungendo che l'avrebbe fatto per una "motivazione morale". Secondo quanto riportato dal Daily Mail, l'uomo avrebbe asserito davanti ai giudici: "Volevo che sentisse ciò che sentivano quei bambini".

Il processo per l'omicidio di Richard Huckle

Alcuni testimoni avrebbero visto il 30enne mentre era a cavalcioni su Huckle, riverso sul pavimento in una pozza di sangue.

Sulla base della confessione del detenuto, la sua intenzione era quella di punire il 33enne per ciò che aveva fatto: "Quest'uomo ha abusato di bambini per divertimento. Sono propenso a pensare che abbia fatto anche di peggio". L'uomo, tuttavia, avrebbe negato di aver premeditato l'omicidio del 33enne, spiegando di aver perso l'autocontrollo mentre l'aggrediva. L'accusa sostiene invece che Richard Huckle sarebbe stato ucciso in un un "attacco prolungato progettato per umiliarlo e degradarlo". La stessa ha avanzato l'ipotesi che l'assassino avrebbe voluto anche "cucinare i pezzi del corpo" di Huckle.

La storia del 33enne ucciso in cella

Richard Huckle, nato nell'86 ad Ashford, era in carcere da dicembre del 2014. Di professione fotografo freelance, era solito recarsi nei territori orientali, dove aveva modo di conoscere tanti bambini in parrocchie, istituti scolastici e orfanotrofi col pretesto di immortalarli in alcuni dei suoi scatti.

Le forze dell'ordine l'avrebbero fermato mentre si dirigeva nel Regno Unito dalla Malesia, dopo uno dei suoi ultimi viaggi. Le accuse a suo carico di abusi su minori erano scattate in seguito ad un'indagine diretta dalla 'Argos' relativa ad una rete di pedofili denominata 'The Love Zone' che entravano in azione nel dark web.

Le loro vittime sarebbero state almeno 85 minorenni. Nella rete c'era anche Richard Huckle, il quale durante l'arresto aveva un portatile sul quale erano state trovate oltre 200 mila fotografie pedopornografiche. Alcune di queste lo ritraevano mentre abusava di bambini malesi e cambogiani: "A nessuno importava di quei bambini", ripeteva l'uomo, che al momento dell'uccisione stava scontando 22 ergastoli.