Durante i festini a "Terrazza Sentimento", Alberto Maria Genovese fotografava e filmava i suoi incontri e rapporti intimi. L'imprenditore oltre a conservare i file nei suoi device, era solito anche condividerli con un ristretto gruppo di amici fidati. In queste settimane gli inquirenti che si stanno occupando del caso di Cronaca Nera hanno analizzato circa 400 gigabyte di memoria e hanno scoperto una "gallery" che potrebbe contenere anche violenze sessuali ai danni di altre giovanissime.

Alberto Genovese riprendeva i suoi incontri

Alberto Genovese, si trova in carcere dal 6 novembre scorso con l'accusa di aver violentato e drogato, durante una festa nel suo attico di Milano, una ragazza di 18 anni.

Nel corso delle delicate indagini, partite dopo la denuncia presentata dalla presunta vittima, gli inquirenti coordinati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro, hanno scoperto che Genovese avrebbe custodito centinaia di foto e video che immortalano gli incontri ed i rapporti sessuali consumatisi nella sua camera da letto durante gli esclusivi party organizzati nella sua "Terrazza Sentimento".

I documenti audio e video, conservati nei 400 gigabyte di memoria sequestrati, sono stati rinvenuti in due smartphone e in due tablet di proprietà di Alberto Genovese. Gli audio e video (alcuni risalenti anche a oltre due anni fa) sarebbero stati condivisi dall'imprenditore con una ristretta cerchia di amici che, a loro volta, li avrebbero girati ad altri conoscenti.

Da quanto si apprende, l'imputato, avrebbe fornito in maniera spontanea le password di accesso.

Sarebbero stati ripresi anche gli abusi sulla 18enne

Secondo quanto trapelato, all'interno della galleria di immagini, ci sarebbero anche i frame che immortalano Genovese abusare, per quasi 20 ore, l'aspirante modella che lo ha denunciato.

Il "Re Mida" delle start-up avrebbe ripreso e fotografato la giovane mentre giaceva in stato d'incoscienza, sul suo letto. Il 43enne, davanti ai pm, ha ammesso di aver cercato di cancellare parte del materiale già all'indomani delle presunte violenze. "Quando ho chiesto di cancellare tutto - avrebbe spiegato - è perché avevo paura che la ragazza fosse minorenne e perché sotto casa mia c'era la polizia".

"C’era droga dappertutto - avrebbe aggiunto - e poi c’era la notte appena trascorsa con la 18enne che poteva essere considerata, se presa fuori contesto, come violenza sessuale".

Ancora non si sa se questi specifici file siano stati condivisi o meno da Genovese. Tuttavia, delle riposte potrebbero già arrivare nelle prossime settimane. Quando i tecnici avranno terminato l'analisi forense, infatti, si avrà un quadro più chiaro della situazione e si saprà con certezza se qualcuno fosse a conoscenza di quanto accaduto la notte del 10 ottobre scorso.

Durante un sopralluogo nell'abitazione dell'imprenditore, gli uomini della Squadra Mobile, hanno rinvenuto anche un terzo telefono cellulare non ancora esaminato. Il device era all'interno di una cassaforte con circa 40.000 euro in contanti e diversi grammi di "coca rosa".