Per circa 45 minuti, domenica 6 dicembre, un giovane sassarese di 19 anni è rimasto chiuso all’interno del vagone del treno che da Sassari l’ha portato ad Alghero, dove vivono e lavorano i suoi familiari. La sua unica colpa è quella di essersi addormentato nella poltroncina, dopo che gli addetti delle ferrovie avevano controllato il suo biglietto. In parole povere nessuno si è accorto della sua presenza all’interno del vagone e, come di rito, una volta terminata la sua corsa tutte le uscite sono state bloccate. Insomma era impossibile scendere dal treno fino alla mattina successiva.
Per Alessandro, questo il nome del 19enne sassarese, sono stati 45 minuti da incubo soprattutto perché alle 21:30 nella stazione di Alghero non c’era nessuno. Il giovane infatti è stato svegliato dallo squillo del suo telefono cellulare. I familiari infatti, preoccupati per il suo ritardo, si sono messi in allarme e l’hanno contattato telefonicamente. Nessuno dei passeggeri e del personale dell’Arst si era accorto di lui.
La telefonata ai carabinieri
Il giovane sassarese, ha tentato di richiamare l’attenzione ma a quell’ora all’interno della stazione ferroviaria di Alghero non c’era nessuno. Nonostante le sue urla infatti nessuno si è fatto vivo. A quel punto Alessandro ha pensato di chiamare i soccorsi e con il suo telefono cellulare ha composto il 112, il numero di emergenza.
Hanno risposto i carabinieri che lo hanno tranquillizzato e gli hanno assicurato che avrebbero contattato i responsabili dell’Arst, che poi avrebbero aperto le porte del treno. Il giovane, a quel punto, ha contattato i suoi familiari che nel frattempo si erano già mossi per raggiungere la stazione e dare una mano ad Alessandro.
Nel frattempo i carabinieri cercavano di contattare, purtroppo inutilmente, qualche responsabile della stazione ferroviaria. Ma nessuno per parecchio tempo ha risposto all’appello dei carabinieri.
La leva di soccorso
Dopo qualche tempo nella stazione di Alghero arrivano i familiari di Alessandro: il padre, insieme alla sorella ed il cognato.
Tutti e tre si mettono alla ricerca di qualche responsabile ma a quell’ora la stazione era praticamente deserta. A quel punto, in attesa che qualcuno si facesse vivo, il padre di Alessandro consiglia al figlio di cercare all’interno del vagone la leva di sicurezza che permette appunto l’apertura forzata delle porte. E così, dopo qualche minuto, finalmente il giovane sassarese riesce a scendere dal treno per poi abbracciare i suoi familiari. Prima di rientrare a casa però il giovane è andato nella caserma dei carabinieri per raccontare la spiacevole vicenda. Per ora però il giovane non ha sporto nessuna denuncia. “Per fortuna avevo il telefono cellulare carico – ha spiegato il giovane – altrimenti avrei dovuto passare la notte nel vagone del treno al freddo e al gelo. Ringrazio – conclude Alessandro – i carabinieri e i miei familiari”.