Stefano Ansaldi, ginecologo campano ucciso sabato 19 dicembre a Milano, forse conosceva il suo assassino. In queste ore, infatti, starebbe perdendo consistenza la pista della rapina finita male. I carabinieri della Omicidi del Nucleo investigativo, coordinati dai tenenti colonnelli Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo, stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita del medico e stanno scandagliando le motivazioni che lo avrebbero portato nel capoluogo lombardo. Del caso si sta occupando il pm Adriano Scudieri.

La vittima forse conosceva il suo assassino

Il dottor Ansaldi è stato trovato senza vita in via Mauro Macchi, nei pressi della stazione Centrale di Milano, poco dopo le 18 di sabato 19 dicembre. Secondo i primi accertamenti del medico legale, il ginecologo 65enne di origine beneventane, è deceduto per una ferita di arma da taglio alla gola, inferta probabilmente con un coltello da cucina.

In un primissimo momento, gli inquirenti hanno pensato a un episodio di microcriminalità finito in tragedia. Pochi minuti dopo il delitto infatti, nella vicina via Settembrini, un 62enne è stato aggredito brutalmente e rapinato del Rolex da due uomini poi fuggiti. Tuttavia, i militari di via Moscova non pensano che le due vicende siano collegate.

Chi ha ucciso Ansaldi gli ha portato via lo smartphone, ma gli ha lasciato al polso il costoso cronografo e non ha toccato i soldi in contanti. Gli uomini dell'Arma, in queste ore starebbero prendendo in considerazione un nuovo scenario e non escludono che il medico sia stato ucciso, forse al culmine di un litigio, da qualcuno che conoscesse bene.

Gli inquirenti stanno scandagliando la vita privata del medico

Ansaldi, ginecologo stimato e apprezzato, era arrivato alla stazione Centrale poche ore prima di essere ucciso. Gli inquirenti sono al lavoro per capire come mai il medico sia salito nel capoluogo lombardo. Da quanto emerso dalle indagini, condotte nel massimo riserbo, il 65enne, che ha salutato la moglie dicendo di dover incontrare degli amici, non era partito con l'intenzione di andare a trovare la sorella che vive da tempo in città.

La donna, infatti, in vista delle imminenti limitazioni imposte dall'ultimo Dpcm, era in procinto di scendere in Campania per ricongiungersi con la famiglia.

Il medico, che a Milano non aveva interessi lavorativi o di altro genere, quindi, ha lasciato Napoli per incontrare qualcuno (che al momento nessuno saprebbe identificare) e, si pensa, per discutere con lui di una questione che si presume essere molto importante. Secondo quanto ricostruito finora Ansaldi, una volta arrivato a Milano, è rimasto sempre nella zona di via Macchi, come se fosse in attesa. Elementi utili per la risoluzione del caso potrebbero arrivare dall'analisi dei tabulati telefonici della vittima e delle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza della zona.