Lo scorso settembre era stato colpito con un pugno all'esterno di un bar di Lotzorai ed era caduto rovinosamente per terra, sbattendo la testa violentemente. Ercole Boi, 56 anni, originario di Gairo, ma da tempo residente nel paesino in provincia di Nuoro, è morto nella mattina di martedì 29 dicembre in un letto della clinica “Tommasini” di Jerzu. Dove da mesi era ricoverato in uno stato di coma profondo dal quale non si è mai risvegliato. Il suo aggressore, Nicola Piras, 32 anni, originario di Tortolì ora sarà accusato di omicidio preterintenzionale.

Il giovane infatti, difeso dal suo legale Marcello Caddori, inizialmente era stato accusato di lesioni gravissime e omissione di soccorso ma ora, con la morte della vittima, per lui si apriranno scenari molto più pesanti. Le indagini sulla violenta lite, andata in scena nella notte tra il 9 e 10 dello scorso settembre, erano state effettuate dai carabinieri del paese che però non furono chiamati subito dopo l'alterco. La vittima infatti, dopo la violenta caduta, era rientrata a casa e sembrava stesse bene. Per questo, almeno al momento non erano stati allertati i militari. E nemmeno erano intervenuti i medici del 118.

Il ricovero in ospedale

Durante la notte, però, le condizioni di Ercole Boi si aggravano.

L'uomo infatti si sente male e allora chiede l'intervento di un'ambulanza medicalizzata del 118. Gli operatori, giunti immediatamente nell'abitazione dell'uomo, lo soccorrono ma la vittima entra subito in coma. A quel punto Boi viene immediatamente accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di Carbonia da dove poi viene trasferito, sempre in coma, nella clinica “Tommasini” di Jerzu dove dopo mesi e medi di agonia muore.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del paese la lite tra Nicola Piras ed Ercole Boi era nata per futili motivi, probabilmente alimentata dai fumi dell'alcol. Piras, operaio, infatti aveva sferrato un pugno alla vittima durante una discussione in un bar. Boi, guardiano di un cantiere, era caduto per terra cadendo rovinosamente per terra e sbattendo il capo.

Sul momento però si era rialzato ed era tornato a casa. Poi però durante la notte le sue condizioni si erano aggravate ed era stato necessario l'intervento di un'ambulanza.

Le indagini dei carabinieri

Dopo la segnalazioni avuta dai medici del 118 i carabinieri avevano dato via alle indagini. La mattina dopo la rissa erano infatti andati immediatamente nell'abitazione di Ercole Boi. L'appartamento era in ordine, insomma non sembrava che ci fosse stata una colluttazione all'interno della casa. E quindi la ferita alla testa, provocata da una caduta, non era compatibile con il luogo del ritrovamento. Dopo qualche giorno intenso d'indagini i carabinieri della stazione di Santa Maria Navarresse, competenti sul territorio di Lotzorai, avevano però ricostruito quanto accaduto nella notte della scazzottata.

E, su ordine del procuratore della Repubblica di Lanusei, Biagio Mazzeo, avevano stretto le manette ai polsi di polsi che era stato portato nel carcere circondariale “San Daniele” di Lanusei con le accuse di lesione gravissime e omissione di soccorso. Ora, dopo la morte della vittima, l'accusa nei confronti di Nicola Piras si è trasformata in omicidio preterintenzionale.