Le carcasse di sei cani, probabilmente morti in seguito ad un avvelenamento, sono stati trovati ieri, 4 gennaio, lungo la strada consortile 23 Est nel comune di Arborea, dagli agenti della stazione forestale di Marrubbiu. Gli investigatori dei ranger erano impegnati in una normale operazione di controllo del territorio quando, percorrendo la strada che porta al paese ad una quindicina chilometri da Oristano, hanno intravisto delle carcasse nascoste dall'alta vegetazione, proprio lungo il bordo della strada. A quel punto, insospettiti, hanno fermato l'auto di servizio e si sono avvicinati effettuando la sgradevole sorpresa.
Il corpo degli animali era in avanzato stato di decomposizione, l'odore era infatti insopportabile. Per questo motivo gli agenti del corpo forestale hanno immediatamente avvertito i veterinari della Asl di Oristano che dovranno capire come e perché i cani siano morti. Dopo le analisi effettuate dagli specialisti infatti sarà possibile stabilire con certezza la reale causa della morte che, con ogni probabilità, è avvenuta per avvelenamento.
Una morte atroce
Gli specialisti della Asl di Oristano hanno già effettuato le analisi per capire le cause della morte dei cani e, in attesa dei risultati, il Comune di Arborea ha già pensato al seppellimento dei cani. I poveri animali, come hanno disposto i veterinari della Asl, sono stati infatti interrati.
“Non è ancora possibile dare certezze – assicura Maria Tiziana Pinna, commissario capo e direttore del servizio forestale – ma quasi sicuramente i poveri animali sono stati avvelenati e buttati lungo la strada. Ora – prosegue la dirigente – abbiamo allertato il personale veterinario della Asl di Oristano che dovrà approfondire sul caso.
Ora – conclude – siamo in attesa dei risultati delle analisi per capire e stabilire l'effettiva causa della morte degli animali”. Nel frattempo gli investigatori della stazione Forestale di Marrubbiu hanno messo in moto la macchina delle indagini per cercare di individuare i responsabili o il responsabile. Per questo hanno inviato un'informativa alla Procura.
Il colpevole rischia il carcere
Il codice penale non soltanto punisce in maniera esclusiva l'uccisione degli animali ma anche il maltrattamento tra l'altro “perpetrato in ogni sua forma”. Ma non solo, la giurisprudenza italiana ritiene perseguibile penalmente anche il proprietario di un animale che lo costringe a vivere in un ambiente non adatto. Come ad esempio legato ad una catena, rinchiuso in una gabbia o anche in un ambiente sporco. L'articolo 544 bis del codice penale recita infatti che “qualsiasi persona, senza necessità o per crudeltà, che provoca la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”. La legge specifica che la morte dell'animale è punita penalmente solo ed esclusivamente se provocata “senza necessità o per crudeltà”.
Il decesso infatti potrebbe infatti essere provocato accidentalmente. Come ad esempio quando alla guida in un'auto, senza volerlo, si investe un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale. Oppure anche nel caso dei veterinari che – quando un animale ha una malattia incurabile e patisce troppo sofferenze – possono somministrare un farmaco per la soppressione, chiaramente sempre autorizzata dal proprietario.