Quattro giorni dopo la scomparsa a Bolzano dei suoi genitori, Peter e Laura, Benno Neumair sembra sereno. Si concede due sedute presso un centro estetico. Singolare è il fatto che si presenta con il cognome della mamma, Perselli. Un teste che abita nel villino di via Castel Roncolo, racconta di rapporti molto tesi tra il supplente bodybuilder e i genitori.
In custodia cautelare in carcere dal 29 gennaio con l'accusa di duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere, Benno, che non ha mai confessato, continua a non dare segno di cedimenti, mentre la sua difesa sceglie la strategia del silenzio.
Bolzano, Benno dall'estetista con il cognome della mamma
I genitori sono svaniti nel nulla da quattro giorni, la notizia rimbalza dalle cronache locali a quelle nazionali. Forze dell'ordine, vigili del fuoco, protezione civile e volontari sono mobilitati nelle ricerche intensive di Peter Neumair e Laura Perselli. In questo scenario, Benno fissa due appuntamenti presso un centro estetico bolzanino. In giornate emotivamente insostenibili per un figlio che non sa cosa possa essere accaduto ai genitori, non rinuncia a sottoporsi a trattamenti estetici di dermopigmentazione del cuoio capelluto.
Il suo aspetto fisico è ben diverso da quello mostrato nei video pubblicati due anni prima su youtube dove, da patito del fitness e laureato in scienze motorie, esibisce prestanza fisica, forza e agilità.
Benno appare pallido ed emaciato. Pelle e ossa sarebbe apparso al padre la scorsa estate quando era stato costretto ad andare a riprenderlo in Germania dove viveva. Il figlio aveva avuto un episodio psicotico, forse legato a una personalità paranoide: aveva puntato un coltello contro di sé e contro la fidanzata del momento e aveva subito un trattamento sanitario obbligatorio.
Le operatrici del centro estetico, infatti, non lo riconoscono dall'aspetto ma dal fatto che ha prenotato gli appuntamenti con il nominativo di Benno Perselli. In quei giorni a Bolzano non si parla d'altro: la città in cui tutti si conoscono, almeno di vista, è sconvolta dal caso dei due concittadini, entrambi insegnanti in pensione.
Benno, che in quella fase è un libero cittadino non essendo ancora indagato, appare a suo agio nel centro estetico. L'episodio non è oggetto d'indagini ma mette in risalto un comportamento 'anomalo'.
Bolzano, rapporti sempre tesi con i genitori
Elementi di una difficile convivenza tra i genitori e il figlio 'problematico', affiorano dal racconto di testimoni. Un inquilino del signorile edificio di via Castel di Roncolo, dove Benno è tornato a stare con padre e madre, riferisce di rapporti tesi e di litigi. Benno non avrebbe quasi mai trascorso il tempo libero con Laura e Peter. Ben diversamente accade quando la sorella più piccola, la 26enne Madè, laureata in medicina, specializzanda in ortopedia presso una clinica di Monaco di Baviera, arriva dalla Germania.
Al ritorno a casa, Madè è solita fare un giro in città con i genitori e la si vede uscire di casa con loro.
Proprio a Natale, in presenza della sorella, Benno avrebbe avuto un violento alterco con i genitori: il 30enne che avrebbe abusato di anabolizzanti, farmaci e anche droghe, avrebbe dovuto farsi curare. Quel giorno avrebbe litigato perché avrebbe rifiutato la prospettiva di sottoporsi a cure psichiatriche. La scorsa estate, in alcuni messaggi audio rivolti a delle amiche, Laura esprime preoccupazione verso un figlio che avrebbe mostrato reazioni incontenibili, fino a spaventarla. Mette in guardia la figlia Madè, invitandola a non litigare mai con il fratello quando sono soli.
Bolzano, ancora senza esito le ricerche di Peter
Due settimane fa, dopo aver abbassato il livello del fiume, è stato ripescato nell'Adige il corpo della mamma di Benno. Dalle prime indiscrezioni sull'autopsia, sembrerebbe che Laura Perselli sia stata strangolata con una corda da arrampicata, non dissimile da quelle sequestrate in casa. Ancora senza esito restano, invece, le ricerche di Peter Neumair dopo una serie di falsi allarmi.
La settimana scorsa, l'ecoscandaglio dei vigili del fuoco aveva rilevato nel fiume a due metri di profondità la presenza di una sagoma compatibile con un corpo umano. In realtà, si è rivelato essere un masso. Le ricerche finora sono state svolte dal cielo, con elicotteri e droni, dall’acqua, con molteplici imbarcazioni e l'utilizzo di cani molecolari addestrati a trovare corpi, da terra, con personale a piedi lungo l’argine del fiume.
La scorsa domenica, dopo che un cane ha segnalato qualcosa, seguito poi da altri due cani, le squadre si sono dirette in un punto specifico a nord del ponte di San Floriano. Ma si è trattato, ancora una volta, di un nulla di fatto.